Come catturare un movimento gassoso come quello dei gilet gialli? Se lo chiede da giorni la sinistra francese, preoccupata della deriva all’estrema destra di una fetta dei partecipanti, ma la risposta non è unanime. Mentre la tensione sale per le nuove manifestazioni di oggi, dopo il fallimento dell’incontro tra dei rappresentanti dei gilet gialli e il primo ministro (a Matignon si sono presentati solo in due, uno di loro ha abbandonato dopo mezz’ora e ha denunciato le “minacce” ricevute da altri gilet gialli).

A Parigi, il centro saranno di nuovo i Champs Elysées, anche se alle autorità non è arrivata nessuna notifica di manifestazione. L’entrata sull’Avenue sarà filtrata, le persone controllate, nella speranza di evitare che si ripetano le violenze di sabato scorso. Jean-Luc Mélenchon sarà sui Champs-Elysées, ma ha affermato che vuole restare “discreto”. Sullo stesso luogo si troverà oggi anche Marion Maréchal-Le Pen, che giudica molto positivamente il movimento e che punta all’unione delle destre per arrivare al potere. In parallelo, a Place de la République, la Cgt ha organizzato (da tempo) una manifestazione per la rivalorizzazione dei salari. Qui i gilet saranno rossi, la Cgt va con i piedi di piombo nel giudizio del movimento dei gilet gialli.

Alla France Insoumise c’è invece la volontà di usare i gilet gialli come leva per la “convergenza delle lotte”, che pero’ si sta incrociando a forti tensioni interne. Ci sono difficoltà a formare la lista per le europee, alcune personalità sono state escluse o se ne sono andate. Il deputato François Ruffin sfida l’egemonia di Mélenchon, cercando di rilanciare La Nuit Debout a Parigi.

François Hollande ha irritato Emmanuel Macron, con frasi di sostegno ai gilet gialli, sostenuti anche da Ségolène Royal, che pensa a una prossima candidatura alle europee e non solo.