Il primo a parlarne è stato il capo dei servizi segreti ucraini, Ivan Bakanov, sul suo profilo Facebook. «Abbiamo catturato Medvedchuk con un’operazione su più livelli che è stata rapida e rischiosa». Bakanov non è esattamente quel che uno si aspetta di trovare quando si parla di intelligence. Tre anni fa lavorava ancora per una società di produzione televisiva, quella che ha lanciato la serie in cui Volodymyr Zelensky recitava la parte che avrebbe svolto nella vita reale. Quindi ha seguito il futuro presidente prima nella campagna elettorale contro Petro Poroshenko e poi nei palazzi in cui il potere si esercita davvero.

In questi tempi difficili Bakanov mantiene sotto il suo controllo uno degli apparati decisivi per l’esistenza del paese. Per questo motivo all’arresto di Viktor Medvedchuk, 68 anni, considerato a torto o ragione l’uomo di Vladmir Putin nelle strade di Kiev, occorre guardare con la massima attenzione. «I dettagli li sveleremo presto», ha scritto l’altra notte Zelensky.

PER ADESSO DELL’OPERAZIONE «su più livelli» si conosce solamente l’esito. Quello lo ha mostrato proprio Zelensky con una fotografia trasmessa su Telegram. Medvedchuk si trova in un appartamento con le pareti bianche e il pavimento di legno. Porta una tuta dell’esercito ucraino. Ai polsi ha le manette. Nessuno sa dire in quale città sia. Nessuno ha ancora rivelato come abbia trascorso gli ultimi quarantacinque giorni.

Viktor Medvedchuk
Il volto di Viktor Medvedchuk nella foto diffusa dalle autorità ucraine

La polizia ne aveva denunciato la scomparsa poche ore dopo l’invasione dell’esercito russo. Allora era ai domiciliari nella sua casa di Kiev sulla base di una inchiesta per tradimento. Secondo alcuni avrebbe approfittato del caos per fuggire all’estero. Altri sostengono che sia sempre stato nelle mani dei servizi segreti. E che, adesso, nel mezzo della nuova offensiva russa nelle province del Donbass, abbiano deciso di farlo riemergere.

ZELENSKY HA PROPOSTO ai russi uno scambio. Ufficialmente, con altri prigionieri. Quali e quanti non lo ha chiarito. In ogni caso al Cremlino hanno respinto la proposta prima ancora di sentirla. «Con lui non abbiamo mai avuto relazioni segrete», ha detto il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, secondo il quale Medvedchuk «avrebbe potuto lasciare l’Ucraina prima dell’operazione militare, ma non l’ha fatto». Come se avesse conosciuto la data di inizio della guerra.

Dal ministero degli Esteri hanno fatto sapere che l’idea di uno scambio dimostra una tendenza «estremamente pericolosa in Ucraina, visto che ci sono molti politici e figure pubbliche di opposizione presenti nel paese».

SIA COME SIA, A MOSCA e a Kiev tutti sanno che Medvedchuk non è un prigioniero come gli altri. Fra il 2002 e il 2005 è stato alla guida dell’Amministrazione presidenziale. A quegli anni risalgono i primi rapporti con Putin, che è stato anche padrino di battesimo di una delle figlie. Il suo partito, Piattaforma di opposizione, ha occupato a partire dal 2014 il posto alla Duma che per un decennio aveva avuto il gruppo dell’ex presidente Viktor Yanukovich. Con quello, e con tre canali televisivi, Medvedchuk era riuscito nei due anni di emergenza coronavirus a ridurre le distanze da Zelensky. L’inchiesta per tradimento e i domiciliari sono arrivati allora, assieme alla chiusura delle sue emittenti. Alla fine di gennaio gli Stati Uniti hanno identificato proprio Medvedchuk come il possibile presidente fantoccio che i russi avrebbero installato a Kiev in caso di invasione. L’invasione è avvenuta. Il piano del Cremlino per prendere il potere in Ucraina è fallito. Medvedchuk è probabilmente in una prigione dei servizi segreti.

LA MOGLIE, Oksana Marchenko, altro volto noto della tv ucraina, ha registrato ieri due diversi messaggi. Con il primo si è rivolta direttamente a Zelensky e ha chiesto un gesto di pietà. Il secondo lo ha inviato al presidente turco, Receep Tayyp Erdogan, che, a suo dire, avrebbe grande influenza sulla leadership a Kiev. Marchenko non ha fatto appello a Putin, almeno pubblicamente. E si è ben guardata dal coinvolgere i governi dell’Unione europea.

Proprio ieri il premier britannico, Boris Johnson, ha inserito Medvedchuk in una black list di persone da colpire con sanzioni economiche.