C’è una nuova nave all’orizzonte della flotta civile, o almeno di ciò che ne resta dopo la raffica di fermi delle Ong. Il progetto italiano ResQ-People Saving People ha scritto ieri: «La nave c’è». Si tratta di una vecchia conoscenza delle imbarcazioni umanitarie: la Alan Kurdi di Sea-Eye. Sarà ribattezzata ResQ, ma il passaggio tra le due organizzazioni si concluderà solo quando la nave sarà di nuovo libera. Al momento è ancora sottoposta a fermo amministrativo (il secondo) sospeso dal Tar sardo solo per raggiungere il cantiere navale di Burriana, in Spagna, e realizzare dei lavori a bordo. L’aspettativa è che superato un Port state control delle autorità di Madrid possa mollare gli ormeggi.

«È una gioia immensa. In tutto questo periodo ci siamo detti che ogni giorno che passava era uno di troppo. Quest’anno nella rotta centrale del Mediterraneo ci sono stati quasi 800 morti e 16mila persone sono state riportate in Libia», afferma Luciano Scalettari, giornalista, a lungo inviato speciale di Famiglia Cristiana e presidente di ResQ. Nel consiglio direttivo dell’associazione si leggono i nomi dell’ex magistrato Armando Spataro, degli avvocati Asgi Alberto Guariso e Livio Neri, del sindacalista Cgil Corrado Mandreoli. Presidente onorario l’ex magistrato Gherardo Colombo. La nave sarebbe dovuta partire con bandiera italiana, diventando così la seconda dopo la Mare Jonio di Mediterranea, ma per risparmiare tempo è stato deciso di fare la prima missione con quella tedesca. «La cambieremo appena possibile. Nel frattempo speriamo con tutto il cuore che le autorità italiane non ci blocchino», afferma Scalettari. La Guardia costiera ha proposto un incontro ai rappresentanti dell’Ong.

«Stiamo lavorando per partire ai primi di agosto. Ce la stiamo mettendo tutta perché nel Mediterraneo centrale c’è un vuoto e pensiamo che nessuna persona debba morire lungo quella frontiera», dice Juan Matías Gil, capomissione con una lunga esperienza alle spalle. L’equipaggio sarà composto da 20 persone: nove marittimi professionisti e undici volontari. Diverse le origini: Italia, Spagna, Argentina, Brasile, Germania.

Intanto è stata annunciata anche un’altra novità che riguarda la flotta civile. Da agosto a bordo della Ocean Viking di Sos Mediterranée salirà personale della Federazione internazionale delle società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa (Ifrc), la più grande rete umanitaria del mondo. Fornirà primo soccorso, cure mediche, supporto psicologico, assistenza ai naufraghi. «È fondamentale essere nel Mediterraneo per salvare vite e proteggere la dignità umana. È inaccettabile che le persone continuino a morire alle porte dell’Europa: un chiaro fallimento della comunità internazionale», ha dichiarato Francesco Rocca, presidente Ifrc. Sos Mediterranée è una Ong nata nel 2015: da allora ha soccorso 33.500 persone, 3.996 con la nave Ocean Viking.