La prima chiamata di emergenza è arrivata poche ore dopo la partenza. Stavolta però non veniva da un barchino in difficoltà, ma da un’enorme petroliera della Maersk, una delle più grandi compagnie di navigazione del mondo. «Non ce la facciamo più, vi chiediamo assistenza medica», ha scritto via mail Volodymyr Yeroshkin, comandante della nave Etienne. Il destinatario era Pietro Marrone, omologo della Mare Jonio diventato famoso nel novembre 2019 per aver risposto alla guardia costiera che gli intimava un pericoloso alt: «Io non spengo nessun motore». L’equipaggio di Mediterranea si è messo subito a disposizione deviando la rotta verso la punta sud-est di Malta. Lì, a 16 miglia nautiche dal villaggio di Marsa Scirocco, erano intrappolate da 38 giorni 48 persone: 27 naufraghi e i 21 membri dell’equipaggio che li hanno soccorsi. Dal 5 agosto il premier laburista Robert Abela nega qualsiasi responsabilità sul caso, nonostante le istruzioni per il salvataggio siano giunte da La Valletta.

«LA NOSTRA ÉQUIPE medica ha trovato tutti i naufraghi in uno stato di pesantissima prostrazione fisica e psicologica. Le coste maltesi sono qui di fronte ma in cinque settimane non è stato mandato neanche un medico. È una vergogna», dice Beppe Caccia, capomissione di Mediterranea. La maggior parte dei migranti fuggono da paesi come Sudan ed Eritrea, dilaniati da guerre e dittature. Altri sono originari di Libia, Chad e Camerun. C’è anche una donna incinta al quarto mese e almeno un minore. «Non potevano restare sulla petroliera. Abbiamo chiesto istruzioni a Malta per il trasbordo, ma non ci ha risposto», dice Caccia. La Mare Jonio è più piccola dell’Etienne, ma è attrezzata per il soccorso e dispone di provviste, acqua e personale sanitario.

«QUESTO NON SIGNIFICA che possano rimanere qui a lungo. Serve un porto sicuro. Lo abbiamo chiesto a La Valletta ma ha risposto di no. Ha detto che non avrebbe più interloquito con noi, di rivolgerci a Roma», continua il capomissione. Mentre scriviamo il centro di coordinamento del soccorso marittimo italiano non ha ancora fornito le istruzioni richieste. La Mare Jonio si sta dirigendo verso le coste siciliane. «Finalmente le persone salvate avranno l’assistenza medica di cui necessitano e il nostro equipaggio continuerà il proprio viaggio – ha dichiarato Tommy Thomassen, direttore tecnico di Maersk – Ringraziamo Mediterranea per l’aiuto in questa situazione senza precedenti, ma siamo molto preoccupati che finora non sia stato possibile trovare una soluzione».

MENTRE I NAUFRAGHI della Etienne salivano sulla Mare Jonio, alcune decine di miglia nautiche a sud-ovest la Proactiva Open Arms realizzava la terza operazione di salvataggio in poche ore. «Allertati da una nave mercantile, rimasta ore accanto a una barca in pericolo con l’ordine preciso delle forze armate maltesi di non prestare assistenza, abbiamo soccorso 116 persone in grave stato di disidratazione e debilitazione severa, dopo 3 giorni alla deriva senza cibo né acqua», ha twittato Oscar Camps, fondatore della Ong. Sulla nave umanitaria ci sono adesso 276 naufraghi. Hanno urgente bisogno di un porto sicuro.

 

Correzione

Differentemente da quanto scritto nell’articolo, l’alt intimato al comandante Pietro Marrone nel novembre 2019 veniva dalla guardia di finanza e non dalla guardia costiera