Festeggiare con i lettori il successo di una nuova iniziativa editoriale è davvero una grande gioia.

Quando a febbraio dell’anno scorso abbiamo dato vita a questa rivista non immaginavamo sarebbe piaciuta così tanto sia a noi che a voi. Buone vendite in edicola, molta curiosità tra il pubblico della montagna specializzato e non, il divertimento e la scoperta di tanti interlocutori bellissimi e attivi, in giro per l’Italia e non solo.

In questo numero di 94 pagine da collezione, in edicola dal 27 aprile al prezzo di 3 euro, abbiamo raccolto “il meglio di in movimento” del 2016. Una calata in doppia nel nostro “mondo” per chi non ci conosce ancora, un accostamento diverso per chi ­ fin qui ci ha seguito con passione.

Un’antologia vera ma con qualche avvertenza: salvo rari casi, abbiamo scelto di privilegiare il racconto più che le interviste (chissà, potranno essere raccolte in futuro?).

La selezione è stata comunque spietata, tre quarti degli articoli pubblicati sono rimasti fuori, e certo non si può dire che non sarebbero stati degni ospiti di questa nostra “festa”.

Tornando sui nostri passi, rileggendo tutto quello che abbiamo fatto, abbiamo pensato di presentarvi un cammino in tre tappe: narrazione, meditazione, azione. Una scelta (solo apparentemente piccola) sull’ordine delle priorità secondo noi.

Del resto In movimento – in edicola ogni mese su formato berliner – ha scelto fin dall’inizio un tono attento più alla cultura della montagna che alle prestazioni del grado. Un modo diverso di intendere lo sport,  l’esplorazione, l’avventura, il diletto.

Anche la scelta della carta da quotidiano per i numeri mensili rappresenta il desiderio di parlare a un pubblico più vasto, esprimere un’anima colta in una veste popolare e alla portata di tutti, anche di chi non si sognerebbe mai di fare una sola delle cose che raccontiamo e fotograf­iamo.

Per Aristotele (un ­filosofo sempre “in cammino”), «la sapienza nasce dalla meraviglia». I greci avevano individuato bene il nodo misterioso tra bellezza e sapere.

La nostra speranza è averne catturate, almeno un po’, tra queste pagine. E, dopo averle sfogliate, innescare il desiderio di avventurarsi là fuori.

Un ringraziamento speciale a Francesca, Linda, Peter e Umberto, senza i quali nulla di tutto questo sarebbe possibile.