«È una lenta strage quella che si consuma nella piana di Gioia Tauro»: è la denuncia dei Medici per i diritti umani, presenti da sei anni nella zona con una clinica mobile per fornire assistenza sanitaria e inclusione sociale attraverso il progetto Terragiusta. «Dopo la tragica morte del dicembre scorso – spiegano – avevamo avvertito che il dl Sicurezza avrebbe alimentato i grandi ghetti, contribuendo ad aggravare questa vergogna italiana». Medu ha stilato il report “I dannati della terra”, in cui spiega le condizioni nella piana di Gioia Tauro: «Da dicembre 2017 ad aprile 2018 almeno 3.500 persone hanno fornito manodopera a basso costo ai produttori di arance, clementine e kiwi. Meno di 3 su 10 con contratto». Su gli alloggi: «I bagni sono fatiscenti, bombole a gas per riscaldare cibo e acqua, pochi generatori a benzina, materassi a terra, plastica e rifiuti bruciati». E ancora: «Vivono senza assistenza medica e socio-legale in una zona isolata. Un numero non quantificabile si distribuisce nei casolari abbandonati, tra mura umide, senza luce né bagni. L’acqua è attinta da fontane». Le principali patologie interessano il sistema osteoarticolare, l’apparato respiratorio e digerente.