L’ottantacinque per cento dei lavoratori metalmeccanici ha aderito agli scioperi regionali in Umbria, Liguria, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Lazio, Campania, Puglia e Basilicata. Decine di migliaia di lavoratrici e lavoratori hanno sfilato a Perugia, Genova, Trento, Udine, Bologna, Livorno, Senigallia, Roma, Napoli, Bari e Potenza. Oggi è previsto il blocco degli straordinari. Il 15 giugno toccherà ai lavoratori di Sicilia, Sardegna e Calabria. La mobilitazione è stata proclamata, in maniera unitaria da Fim, Fiom e Uilm come momento della vertenza per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro. Si vuole così sbloccare il negoziato che resta in stallo dal novembre 2015.

Secondo la Fim-Cisl il 42% dei lavoratori dell’Ilva di Taranto in servizio al primo turno ieri ha aderito allo sciopero. Secondo lo Slai Cobas «è stata davvero scarsa la partecipazione degli operai dell’Ilva allo sciopero e questo non certo perché gli operai non ci tengono al contratto nazionale, quanto non vogliono stare al gioco truccato sulle briciole della contesa padroni – sindacati confederali e sopratutto non ci stanno a partecipare a uno sciopero senza assemblee»

«Vogliamo che questo contratto – ha detto il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella a Napoli dopo un affollato corteo con 4 mila partecipanti – si rivolga al 100 per cento dei lavoratori. Questa trattativa non può essere lasciata a metà, ma deve essere portata a termine. Puntiamo ad una manifestazione nazionale con uno sciopero generale dei metalmeccanici».
Per il segretario della Fiom Maurizio Landini , intervenuto alla manifestazione regionale a Bari «siamo in un Paese in cui la contrattazione aziendale riguarda non più del 30% delle imprese che per la maggior parte sono piccole e medie». In questo contesto, ha concluso, «non avere più il contratto nazionale come tutela del potere d ‘acquisto, vuol dire cancellarlo e di fatto, alla lunga, abbassare i salari».«Sono sette mesi che è aperta la vertenza e di fatto Federmeccanica è ancora ferma alla proposta fatta a dicembre».

I fischi che Renzi ha incassato presentandosi da Confcommercio sono giudicati da Landini come «un dissenso preciso. È indubbio che se guardo dal punto di vista di quello che è stato fatto da quel governo per il mondo del lavoro, siamo di fronte al peggior governo mai avuto su questa materia». «Un attacco ai diritti di questa natura non l’abbiamo mai visto – ha aggiunto il segretario della Fiom – Il giudizio non è positivo su questo governo, ma più che fischiare credo che il problema sia cambiare le politiche del governo».

Contro la volontà di Federmeccanica di «annullare il valore del contratto nazionale e di no0n concedere gli aumenti» richiesti dai sindacati del settore ieri hanno manifestato in 3 mila Udine e in 1500 a Genova.