Erri De Luca vs Giancarlo Caselli parte seconda. Il primo scontro si era consumato a cavallo tra agosto e settembre scorsi e ruotava attorno alla polemica sui «sabotaggi»» in Val di Susa. Ora, arriva il secondo, a distanza e forse più doloroso. Non c’entra la Tav (o almeno non direttamente), le radici sono più profonde. Vanno in là negli anni. Quelli di piombo. Il procuratore capo di Torino ha deciso di dimettersi da Magistratura democratica, la corrente progressista dell’Associazione nazionale magistrati, di cui era stato uno dei fondatori.
Motivo della decisione? La pubblicazione su Agenda 2014, il settimanario di Md, di un articolo dello scrittore campano dal titolo Notizie di Euridice, una riflessione sugli anni ’70, partendo dai miti di Euridice e Orfeo, con una confessione: «Ho conosciuto e fatto parte di una generazione politica appassionata di giustizia, perciò innamorata di lei al punto di imbracciare le armi per ottenerla». E ancora, aggiunge lo scrittore che fu militante di Lotta continua: «Si consumò una guerra civile di bassa intensità ma con migliaia di detenuti politici. Una parte di noi si specializzò in agguati e in clandestinità. Ci furono azioni micidiali e clamorose ma senza futuro».
A Caselli, magistrato in prima linea negli anni del terrorismo (giudice istruttore delle inchieste torinesi contro Br e Prima Linea), l’intervento di De Luca non è andato giù. Già un mese fa, in disaccordo con una rilettura di un periodo di «lutti e sofferenze indicibili» considerata «grottesca e caricaturale», aveva rassegnato le dimissioni con una lettera. Non avrebbe voluto pubblicizzare il gesto, ma, ieri, il caso è scoppiato su Repubblica online. E, così, la polemica.
Le dimissioni di Caselli (il cui incarico scadrà il 9 maggio e voci, non confermate, lo vedrebbero prossimamente in pensione) sono irrevocabili. È giusto specificare che Md ha pubblicato il testo con una premessa (la pubblichiamo qui a fianco, insieme all’articolo integrale di Erri De Luca).
Md ritiene la decisione di Caselli ingiustificata. In una nota, scrive che l’addio di «una parte importante della storia del nostro gruppo e di un uomo cui il Paese intero deve gratitudine, ci addolora profondamente», ma «siamo altrettanto profondamente convinti» che «non si possa attribuire a Md la paternità e dunque la responsabilità del contenuto» di un intervento, tra l’altro, inserito all’interno della pubblicazione andata in stampa il 15 luglio, oltre un mese prima delle interviste di De Luca sulla lotta No Tav. Al proposito: «Rifiutiamo – dice Md – qualsiasi aggressione a chi opera negli uffici giudiziari».
L’articolo – scrive Md – «è la rappresentazione, con il linguaggio e il punto di vista di un artista, del sentimento di giustizia di parte di una generazione, i giovani degli anni ’70. Un sentimento estremo e per molti versi, secondo noi, delirante. Tuttavia un sentimento reale». Non censurabile «perché siamo talmente convinti della bontà e superiorità della nostra idea democratica e liberale di giustizia, saldamente ancorata alla legalità, che non temiamo il confronto con nessuno».
Al pm arriva la solidarietà di due esponenti Pd, Valter Verini, capogruppo in commissione Giustizia della Camera e del senatore Federico Fornaro. «Ancora una volta – afferma quest’ultimo – lo scrittore ed ex responsabile del servizio d’ordine di Lotta Continua ha insultato la memoria di tutti i caduti negli anni di piombo che hanno avuto l’unico torto di respingere l’attacco portato allo Stato e alla democrazia dalle Brigate rosse e dalle varie sigle terroristiche dell’epoca».
La replica di Erri De Luca arriva puntuale: «Al di là di un’avversione personale nei miei confronti, mi pare un gesto incomprensibile. Se si tratta di applicare a Md una censura sulla scrittura siamo fuori dalla grazia democratica e civile». A legare il primo scontro di fine estate con quello attuale è il sito di movimento notav.info: «Quella di Caselli è una vera e propria crociata personale, che annebbia la vista del procuratore, che ormai ha come chiodo fisso l’arrestarci tutti».