Una multa record contro una banca straniera, con un sottofondo molto politico: a pochi mesi dal voto di mid-term, l’amministrazione Usa vuole mostrare di avere la mano dura ai cittadini americani, che pensano che le banche non siano state abbastanza punite per la crisi dei subprimes. Bnp Paribas, prima banca francese e una delle banche “sistemiche” europee, dovrà pagare una multa di 8,9 miliardi di dollari (6 miliardi di euro) negli Usa, un montante che si spartiranno il dipartimento della Giustizia, l’Office of Foreign Assets Control, il dipartimento del Tesoro, la Federal Reserve e il regolatore bancario di New York. Bnp Paribas ha firmato un final agreement accettando la propria colpevolezza: è accusata di aver commerciato, in dollari, tra il 2002 e il 2009 con paesi sottoposti a embargo dagli Usa (Sudan, Iran e Cuba). Bnp Paribas paga anche il fatto di non aver collaborato con la giustizia Usa fin dall’inizio dell’inchiesta, nel 2007. La scelta di dichiararsi colpevole è per limitare i danni: Bnp Paribas sarà certo esclusa per un anno (il 2015) dall’accesso alla compensazioni in dollari presso la Fed per le attività di commercio di petrolio e gas, ma evita il rischio di venire esclusa per sempre dagli Usa con il ritiro della licenzia bancaria, cosa che avrebbe portato al fallimento della banca.

9 miliardi di dollari equivalgono agli utili di un anno. Su chi peserà il fardello? I correntisti, preoccupati, saranno esclusi. Cosi’ anche i dipendenti, almeno sulla carta. Per i primi pero’ potrebbero aumentare i costi e per i secondi ci potrebbero essere delle perdite di vantaggi. La multa dovrebbe pesare sulle spalle degli azionisti, anche se in questo caso di apre il problema del Belgio, che ha partecipazione del 10% nel capitale della banca. La multa-record è stata calcolata in base ai flussi delle transazioni, 100 miliardi di dollari, tra cui 30 miliardi che erano stati nascosti dalla direzione di Bnp alle autorità americane, proprio per evitare di cadere sotto i fulmini della legge. Bnp Paribas ha cercato di difendersi, affermando di aver rispettato la legge europea. Ma violare l’embargo negli Usa investe un campo tra i più delicati: quello della sicurezza. Dal ’77, il presidente Usa è autorizzato ad imporre limiti alle relazioni commerciali nei confronti di paesi considerati minacciosi per la sicurezza del paese. Ma nel diritto internazionale in genere non sono riconosciute le competenze extraterritoriali delle giurisdizioni nazionali. Gli Usa stanno pero’ imponendo un altro sistema: la protezione della sicurezza del paese ha la meglio sulle norme del diritto internazionale. Qualsiasi operazione che puo’ avere un effetto sugli Usa deve sottostare alle norme Usa. Del resto, tutte le transazioni effettuate in dollari da banche anche straniere in un paese terzo devono venire registrate negli Usa. Bnp Paribas ha sperato di poter invocare la legge europea, che la banca non ha infranto, e il fatto che le operazioni erano effettuate lontano dal suolo americano. Ma c’è stato il 2001 e gli attentati dell’11 settembre. L’amministrazione Usa dà la caccia ai terroristi anche sul terreno finanziario.

La direzione parigina di Bnp Paribas ha cercato di scaricare la responsabilità sulle spalle della filiale di Ginevra. Difatti, tutte le transazioni illecite in dollari messe sotto accusa negli Usa sono state realizzate dalla filiale svizzera. Ginevra è stata un fortino, che arrivava persino ad invocare il segreto bancario svizzero per non informare la direzione della banca a Parigi. Questa indipendenza ha una storia: quando Mitterrand nazionalizza Paribas, nell’81, la direzione dell’epoca riesce ad escludere la filiale svizzera, che resta in mani private. Un’indipendenza che perdurerà anche con la fusione del 2000 tra Bnp e Paribas, tornata ormai da anni sotto controllo privato. La vicenda Bnp Paribas negli Usa alza un po’ il velo sui metodi della finanza, che quando c’è da guadagnare chiude gli occhi sul rispetto delle regole. Era già successo con il caso di Jérôme Kerviel, il trader della Société Générale che ha giocato troppo grosso. Anche in questo caso il suo servizio mieteva soldi e quindi era lasciato libero di agire senza troppi controlli.