A beneficio dell’occhio avventuroso il ricordo di una curiosa, fertile commistione tra feroce exploitation e robusta testimonianza delle lotte razziali condotte nel profondo Sud degli Stati Uniti: «Murder in Mississippi» (1965), di Joseph P. Mawra, z-director fino ad allora dedito alla confezione della cruda serie di Olga, approssimativi filmetti-manifesto di sadomasochismo femminile girati in più o meno cinque giorni cadauno. La civica missione di convincere la popolazione di colore a registrarsi come votanti condotta da cinque giovani (due bianchi e tre neri) si trasforma in un bagno di sangue per la vergognosa, violentissima reazione delle autorità locali, a cominciare dal viscido sceriffo Engstrom, supportato da scagnozzi degni della sua indecenza. La denuncia della cieca giustizia in salsa redneck (con tanto di processo strumentalizzato) deve convivere con una dichiarata brutalità di messinscena (non manca una castrazione in corso d’opera), ma a conti fatti è ciò che ne marca la singolarità. Sulla oscura ma rigogliosa piattaforma di Nicolas Winding Refn, byNWR.

John Farrow (1904-1963), di origine australiana, dopo una prima esperienza come ufficiale di marina, firmò la sua prima regia negli Stati Uniti nel 1937. In Cina, del 1943, con una sobria ma espressiva impostazione manu militari ben si muove all’interno dello standard hollywoodiano del tempo: il coinvolgimento americano nel secondo conflitto mondiale è tipizzato qui in una Loretta Young compassionevole insegnante in terra cinese determinata a preservare quante più vite umane dall’invasione del Giappone, un Alan Ladd cinico lestofante destinato dagli eventi bellici a una eroica redenzione, più il suo sodale William Bendix. È quest’ultimo il protagonista della devastante, lunga sequenza iniziale di un villaggio cinese bombardato per la quale il film resta celebre, oltre ad aver ispirato, col personaggio di Ladd, lo spielberghiano Indiana Jones. Come «Le defilé de la mort» esce in edizione francese dvd/blu-ray nella collezione Cinema Master Class di Elephant Films.

Dal momento in cui Claire (Charlotte Rampling) eredita una cospicua fortuna, Madame Bastien-Wegener (Edwige Feuillère), sua zia, decide di farla internare in un ospedale psichiatrico nel tentativo di impossessarsi dei beni della donna. Il gigante delle scene Patrice Chéreau, per il suo esordio sul grande schermo, puntò ossessivamente al nero con un adattamento da James Hadley Chase, (in Italia «Un’orchidea rosso sangue»)salvo poi rinnegare un risultato conturbante ma irrisolto, considerato «improbabile» tanto da dichiarare «L’homme blessé» del 1983 come sua prima autentica regia cinematografica. Tamasa lo ripropone in versione restaurata 2k (www.tamasa-cinema.com)