Quo usque tandem, Ministra Fedeli, abutere patientia nostra?

Tracce scritto con la i. Battere al posto di batterio. IBAN invece di ISBN. E non in qualche sms o messaggio whatsapp tra amici. No, nel sito del Ministero dell’istruzione e nelle prove scritte degli esami di Stato. E siamo appena al secondo giorno. Adesso però la palla passa alle scuole, che, nella loro piena autonomia, stileranno come ogni anno le loro terze prove. In cui mai e poi mai si è sentito dire dagli esaminandi che fossero contenuti errori così gravi. Il Ministero può sospirare di sollievo; ha già dato, e alla grande.

Ci conforta molto sapere che, un paio di venerdì fa, il Gruppo di Firenze della scuola del merito e della responsabilità – già autore di una lettera-appello contro errori ortografici e lessicali degli studenti universitari “appena tollerabili in terza elementare” – sia stato ricevuto dalla Ministra Fedeli e da tre alti dirigenti del Ministero e del Sistema Nazionale di Valutazione, che hanno riconosciuto l’importanza e la credibilità di quelle parole, supportate dalla firma di 600 accademici e personalità d’alto profilo.

Ma non sarà che forse è proprio al MIUR che dovrebbero tornare sui banchi di scuola? Non sarà che la lettera è stata mandata al destinatario sbagliato? Non sarà che la nomina al dicastero dell’istruzione di una Ministra priva di adeguato titolo di studio – e che non sembra considerare questa mancanza un impedimento sostanziale alla qualità del suo operato – sia stata semplicemente un errore?

E non un errore ortografico o lessicale. Un errore politico. Gravissimo. Da matita blu, Presidente Mattarella.