Matteo Salvini è indagato per diffamazione. La procura di Roma ha aperto l’inchiesta dopo la denuncia della capitana Carola Rackete, comandante della Sea Watch3, e ha trasmesso gli atti a Milano per competenza.

L’ex ministro dell’Interno pensava di essere al di sopra della legge quando l’aveva ricoperta di insulti, definendo la capitana «sbruffoncella», «ricca comunista tedesca delinquente», «mercenaria», «criminale» e «fuorilegge». Mentre il messaggio d’odio lanciato dal leghista verso l’Ong, e l’equipaggio era condito da frasi come: «Nave pirata», «nave fuorilegge», «un’organizzazione illegale e fuorilegge», «complici di scafisti e trafficanti» , «delinquenti», «sequestratori di esseri umani».

Sono alcuni dei dettagli riportati da Rackete nella denuncia presentata nel luglio scorso anche per istigazione a delinquere (la comandante, allo sbarco, venne aggredita verbalmente e per motivi di sicurezza dovette lasciare Lampedusa). Le frasi di Salvini sono, secondo Rackete, «un puro strumento propagandistico e istigatorio di un discorso d’odio, che travolge ogni richiamo alla funzione istituzionale».

L’avvocato della giovane, Alessandro Gamberini, ha chiesto anche il sequestro preventivo dei profili social di Salvini, in particolare l’account Facebook dal quale ieri l’ex vicepremier ha rivendicato tutto: «Per me è una medaglia! Io non mollo, mai», ha scritto.