Matteo Richetti (deputato, renziano, stravotato alle parlamentarie di Modena, classe ’74, già presidente del consiglio regionale dell’Emilia Romagna, ndr), il suo collega Zoggia dice che le primarie potrebbero non tenersi.

Benissimo. Così rende chiara la strategia del gruppo dirigente del Pd,da qualche mese a questa parte.

Quale strategia?

Togliere l’aggettivo «democratico» dal nome del partito. Per Zoggia è evidente che gli iscritti del Pd, i simpatizzanti e gli elettori non debbano né scegliersi il segretario del partito né il candidato premier con cui il centrosinistra dovrebbe tentare finalmente di essere maggioranza nel paese.

Zoggia parlava di un’eventualità remota per non fare le primarie: il caso in cui ’precipiti tutto’.

Il punto non è se l’eventualità è remota o no. Il punto è che uno dei dirigenti più importanti del partito, tale è il responsabile dell’organizzazione, possa anche solo ipotizzare che in quattro scelgono il candidato a Palazzo Chigi. Certo che non succederà: grazie al cielo il paese non è nelle loro mani. Ma la dice lunga sulla necessità di cambiare questo gruppo dirigente.

Le dispiace che Letta posso sfidare Renzi per la premiership?

Mancherebbe che chi, come me, ha chiesto le primarie quando è stata ora di poter sfidare Bersani, oggi non consentisse a qualcuno di candidarsi. Siamo coerenti, noi. Se il Pd ha più di un leader da mettere in campo non è un problema, è un valore. Lo vedremo a suo tempo. Non vorrei però che il Pd vivesse di sfide annunciate.

Si spieghi.

La sfida per il segretario, la sfida per il premier. Stiamo accumulando primarie da fare e non ne facciamo neanche una. Il congresso si poteva tenere ai primi di ottobre e invece non si farà perché c’è chi gioca a temporeggiare. Forse sarebbe bene cominciare a mettere in fila le scadenze e farle davvero, invece che costruire fantascenari che poi non si verificano mai.

Il problema della possibile caduta del governo esiste. Non sarebbe un buon motivo per rimandare il congresso?

Capisco che qualcuno ha tutto l’interesse di usare le difficoltà del governo per non fare il congresso del Pd, ma grazie al cielo cosa fare in caso di crisi di governo lo decide il presidente Napolitano, non Davide Zoggia. Zoggia invece deve organizzare il congresso. Segnalo che l’assemblea nazionale del 20 e 21 settembre si fa perché qualcuno ha sentito il bisogno di cambiare regole. Che invece c’erano già e andavano solo seguite. Ognuno faccia il suo mestiere: al Pd compete organizzare la vita del Pd, alle istituzioni compete pensare alla guida del paese. E smettiamola di inventarci problemi. Dei tanti che ha il Pd, non ha proprio quello di trovare un candidato premier. C’è già.

È Matteo Renzi?

È lui e sta lavorando per questo. Con buona pace di Zoggia, Stumpo e D’Attorre.