Mineo, se non cambia la riforma voterà no?

Martedì sera alla camera alla camera il premier ha parlato di tante cose, di tutto e niente. Ma sulle nostre domande continua il silenzio. Non si capisce il perché del pasticcio di un senato nominato dai consiglieri regionali. Ma la questione principale sono le garanzie sull’elezione del presidente della Repubblica e della Corte costituzionale.

Il Pd non vi ha risposto?

Ha risposto che la linea è il testo Finocchiaro-Calderoli. Ma come si fa a ignorare che c’è una legge approvata alla camera secondo cui chi ha il 37% governa e nomina il capo dello stato, il quale poi nomina cinque su quindici giudici costituzionali, e altri cinque li nomina il parlamento? Dicono: vedremo poi. Ma come fa il costituente a non tenerne conto? Renzi dica che abolisce il premio di maggioranza. O che riduce i deputati. Ci sono tante soluzioni. Non è cosa di poco conto: che una minoranza abbia tutto questo potere non succede in nessuna democrazia liberale.

Renzi fa una svolta autoritaria?

Non lo penso affatto. Ma nella fretta e nella continua trattativa con Calderoli e Berlusconi, e con il Pd di prima, sta facendo un pasticcio.

L’Italicum sarà cambiato. Il premio di maggioranza andrà alla coalizione che prende il 40%.

Bene, ma non basta. Bisognerebbe ridurre anche il numero dei deputati. E poi non sappiamo se si tornerà a eleggere i parlamentari o a nominarli con le liste bloccate. Il numero delle firme per i referendum aumenta. Si limita il diritto di democrazia diretta e invece si dà ai partiti il diritto di nominare i deputati e ai partiti regionali quello di nominare i senatori. Per non parlare delle soglie di sbarramento.

È il patto del Nazareno.

Il patto del Nazareno è un pasticcio e la colpa non è tutta del condannato Berlusconi. Si è acceso un meccanismo che va avanti alla cieca, descritto come un conflitto fra riformatori e frenatori, fra aquile e gufi. Ora il meccanismo è impazzito. E ci troviamo a votare una riforma costituzionale senza tenere conto del contesto. Ma ce li vedi i costituenti del 48 che agiscono così? Di presidenzialismo parleremo poi, dice la ministra Boschi. Ma si può?

Se voterete no che fanno, vi cacciano?

Mi pare di no. Ma posso sbagliare.

Il Pd è democratico.

E comunque la nostra pattuglia ha un peso, visto i numeri del senato.

Approvata la riforma, la legislatura reggerà?

Ho letto una bizzarra norma transitoria per cui camera e senato si sciolgono insieme. A me invece pare naturale che, fatta la riforma, si sciolga il senato. Che senso ha un senato futuro che non vota la fiducia mentre quello in carica deve votarla ancora per anni, con i numeri che ha? Una situazione di illegittimità palese. Ma non lo dicono: forse per non far preoccupare i senatori.

Uscirà dal Pd?

Perché? Capisco che un gran numero di italiani affidi la speranza a Renzi, ma io faccio la mia battaglia.

Non teme di non essere ricandidato?

E chissene frega. La politica si fa in parlamento, sui giornali, ovunque. Continuerò a fare politica.

E del resto più avanti, contro l’Italicum, al vostro fianco ci saranno anche gli ex bersaniani.

Bersani è una persona seria, fa tutte le cose che dice. Quelli che ho visto giustificare l’ingiustificabile, invece, sospetto che non faranno nessuna battaglia.