«La libertà di ciascuno si realizza insieme a quella degli altri». Il presidente della Repubblica apre il Meeting per l’amicizia dei popoli organizzato da Comunione e Liberazione intervenendo dal palazzo del Quirinale, ma si alza e va a parlare da un leggio come avesse davanti un pubblico vero e non la videocamera. Perché il suo è un intervento vero, non un semplice saluto o augurio di buon lavoro, anche se Sergio Mattarella ha scelto di non spostare il suo cerimoniale alla fiera di Rimini perché ogni sforzo per ridurre le occasioni di trasmissione del virus va fatto. «La responsabilità comincia da noi», spiegherà. Evita qualsiasi riferimento alle polemiche dell’attualità politica, come suo costume e anche di più visto che è cominciato il semestre bianco, anzi questa è la prima uscita pubblica da quando, il 3 agosto, ha perso il potere di sciogliere le camere (una disposizione costituzionale che secondo Sergio Mattarella potrebbe essere superata introducendo il divieto di rielezione del presidente a fine mandato, ma questo è un altro discorso). Eppure il suo non è un discorso lontano dall’attualità politica, anzi il presidente prende di petto il tema più urgente con una nettezza che altri non hanno.

«Vaccinarsi è un dovere – dice – non in obbedienza a un principio astratto» ma perché «il vaccino è lo strumento più efficace di cui disponiamo per difenderci e per tutelare i più deboli». Se già nel messaggio di auguri dello scorso capodanno, quando ancora i vaccini erano un’assoluta novità, Mattarella aveva parlato di «dovere» di vaccinarsi, riferendolo però alle categorie degli operatori sanitari, e poi il 28 luglio scorso aveva definito la vaccinazione «un dovere morale e civile», adesso il messaggio è più secco e non interpretabile. Anche se il «dovere», nel senso dell’obbligo di legge, non c’è ed è aggirato da altre disposizioni che, come il Green Pass, provocano proteste. Sempre a Rimini il segretario nazionale della Cisl Luigi Sbarra ripete il favore del sindacato per l’obbligo vaccinale per legge, mentre il ministro del lavoro Orlando avvolge le sue convinzioni in un discorso che tiene conto delle «articolate e differenziate opinioni che ci sono sia nel governo che nel parlamento». «Io – dice Orlando – sono favorevole ad esplorare tutte le soluzioni che consentano di mettere quanto più possibile in sicurezza gli italiani nel rispetto della Costituzione e sentite le autorità scientifiche».

Secondo Mattarella «la libertà per essere tale deve misurarsi con la libertà degli altri, l’io responsabile e solidale è pietra angolare della convivenza e della democrazia». Dice anche di più il capo dello stato: «Libertà e democrazia richiedono un retroterra vivo di partecipazione, autonomia di organizzazione sociale, conoscenze diffuse». È un discorso che punta alla «prova della globalizzazione» dove il ruolo dei «corpi sociali» e della «formazioni intermedie» (come certo i padroni di casa del Meeting) «diviene più impegnativo perché la persona rischia di trovarsi sola davanti a centri di influenza sempre più pervasivi» che «incidono sul suo effettivo esercizio di libertà».

Non manca nel discorso del presidente, infine, un passaggio sull’Unione europea che ha dimostrato – con gli strumenti di risposta alla crisi come Next generation Europe di sapersi fare «motore di un nuovo sviluppo più sostenibile». Ma pure in Europa si continua a manifestare «grettezza, mortificanti ottusità miste a ipocrisia che sono frutto di arroccamenti antistorici e, in realtà, autolesionisti». Riferimento forse alle resistenze che in diversi paesi ci sono state – e che torneranno certamente a esserci – contro la condivisione comunitaria dello sforzo economico per la «ripresa e la resilienza». Ma anche, vista la sottolineatura sul manifestarsi «anche in questi giorni» di queste «grettezze», riflessione amara sulle chiusure nazionali e sovraniste che sono immediatamente scattate anche di fronte al dramma di quanti fuggono dall’Afghanistan.