Con 100 milioni di elettori ancora indecisi a un mese dalle elezioni continentali, Sergio Mattarella è stato intervistato dall’autorevole periodico francese Politique Internationale. E il presidente della Repubblica ha affrontato i temi più caldi dell’attuale fase politica, in primis la questione migratoria. Con, a seguire, la difesa dell’Ue “contro il vento del sovranismo”.

Nel guardare alle migrazioni, Mattarella ha assunto una posizione non equivoca: la questione “chiama in causa la coscienza europea. Che la solidarietà sia mancata, è un fatto di cui non si può che prendere atto”. La maggior parte dei governi, ha ricordato il capo dello Stato italiano, “ha reagito in funzione di preoccupazioni elettorali interne”. Così, dopo aver elogiato il coraggio della cancelliera Merkel (“anche sul piano elettorale”), mentre “altri si sono rifiutati di fare checchessia”, Mattarella ha ribadito la necessità di una risposta collettiva: “Dobbiamo lavorare, con rapidità ed energicamente, a soluzioni veramente europee: canali di migrazione legali; misure per combattere i trafficanti di esseri umani; mezzi per migliorare le condizioni di vita nei paesi di provenienza”.

Su quest’ultimo punto, il presidente della Repubblica è stato chiaro: “Al momento, quanto messo in campo dagli Stati membri dell’Ue è ancora insufficiente, e quello che abbiamo fatto per l’Africa è del tutto inadeguato”. Per poi ricordare un dato di fatto: “Le migrazioni non si dirigono mai verso un solo paese, ma verso l’Europa nel suo complesso. E soltanto una soluzione europea può consentirci di padroneggiare il fenomeno. Questo sarà uno dei temi principali della prossima legislatura”.
Una legislatura che per Mattarella dovrà essere basata, lo ripete, “sull’apertura di vie regolari di accesso”, con il superamento del regolamento di Dublino. Perché c’è una scomoda verità da affrontare: “L’Europa si interessa abbastanza al Mediterraneo? La risposta è no. E altrettanto si potrebbe dire dell’Alleanza Atlantica. L’Ue deve esercitare appieno il suo peso politico per creare le condizioni per la pace e la stabilità, lo sviluppo e il rispetto dei diritti umani. E il Mediterraneo non deve tornare ad essere il teatro delle rivalità fra potenze regionali o globali, soprattutto se queste sono paesi europei”.

Infine, da un interrogativo retorico (“Quali valori vogliamo proteggere? La libertà, la democrazia, il rispetto dei diritti umani, il primato del diritto, in breve, valori che riguardano le persone e i popoli, e non certo la conservazione di ipotetici ‘spazi vitali’, né gli interessi nazionalistici o l’antagonismo fra comunità. Guardiamoci da coloro che vorrebbero ribaltare questo approccio”), Mattarella fa discendere una difesa a spada tratta della Ue di fronte agli euroscettici: “C’è un gran numero di paesi in situazioni senza precedenti. Ma non credo che questi cambiamenti possano avere conseguenze sul funzionamento dell’Ue. La gente si interessa sempre più a ciò che accade negli altri paesi, ed è consapevole di condividere un destino comune. E, paradossalmente, all’origine di questo rinnovato interesse vi sono i movimenti euroscettici. A forza di denigrare le istituzioni e le politiche europee, sono riusciti a mobilitare nuovamente gran parte della popolazione”.