L’auspicio è che il confronto sulla riforma costituzionale «si svolga sul merito», perché l’elettorato «si esprima con piena consapevolezza». Ieri il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel corso della tradizionale consegna del ventaglio da parte della stampa parlamentare, ha auspicato il «ritorno al merito» del dibattito sul referendum d ’autunno. Cosa auspicata anche dal presidente del consiglio Renzi, almeno da quando i suoi consiglieri gli hanno spiegato che la «personalizzazione» del voto lo mette a rischio di sconfitta. Ma i ’consigli’ di Mattarella fanno pensare che per il Quirinale ancora non ci siamo, almeno da parte di chi occupa massicciamente lo spazio mediatico.
Il presidente naturalmente vola più alto. E coglie l’occasione di sfiammare la polemica sulla data del voto. «Mi è parso di assistere a discussioni un po’ surreali, quasi sulla scia della caccia ai Pokemon», dice, «qualcuno ha anche invitato perentoriamente a comunicarne la data. La data del referendum non è stabilita per il semplice fatto che non è ancora possibile farlo». Segue paziente spiegazione del giudice costituzione: l’iter per la fissazione della data può essere avviato solo dopo che la Cassazione avrà comunicato quali sono le richieste ammesse a referendum. La Corte ha tempo fino al 15 agosto. Fin qui il presidente. È vero che, una volta arrivato il parere della Cassazione, il governo ha una discrezionalità – da 50 a 70 giorni dal via libera – per scegliere il giorno del giudizio.

I 5 stelle però partono lancia in resta contro Mattarella. «Ha perso un’occasione per tacere» lo attacca Danilo Toninelli. L’«esperto» di riforme del moVimento calcola invece in 80 giorni «l’enorme lasso di tempo» entro cui Renzi potrebbe, a suo dire, scegliere. Ma il pallottoliere impazzisce, i 5 stelle rifanno i calcoli, la gaffe è tale che debbono correggere il tiro contro il Quirinale. Nella gara di chi la spara più grossa si piazza bene anche il leghista Matteo Salvini via twitter: «Mattarella parla di Pokemon e invita i giornalisti a non parlare degli attentati, il Papa dice che l’Islam vuole la pace. Sarà il caldo?». Si fatica a non pensare proprio alla sua ultima performance da avanspettacolo con una bambola gonfiabile contro Laura Boldrini quando Mattarella dice che «non è accettabile insultare ripetutamente un avversario politico, farne bersaglio di una vera e propria campagna di denigrazione o di livore. Contrastare anche le forme di violenza presenti nel linguaggio costituisce, a pieno titolo, una esigenza di sicurezza».
Applausi invece dal comitato «per la libertà del voto» fondato da Radicali italiani. E questo perché a proposito dello spacchettamento del quesito il capo dello Stato dice: «Le forze politiche non avrebbero avuto alcun potere né possibilità di discuterne» ma a fronte di una richiesta «soltanto la Corte di Cassazione avrebbe potuto decidere sulla formulazione dei quesiti; e rigorosamente in base a valutazioni giuridiche, non a considerazioni politiche». Per gli ’spacchettanti’ Magi Staderini e Lanchester sono parole «che si collegano con il senso profondo» della loro iniziativa.

Ma il capo dello Stato non poteva non iniziare il suo discorso dal terrorismo jihadista (e non), dalle settimane di sangue in corso e dal rischio della convivenza civile: «Sembra davvero che il demone della violenza si sia nuovamente diffuso in Europa», la paura dei cittadini merita rispetto ma «non possiamo consentire che il nostro paese entri nell’età dell’ansia». Di fronte alla platea dei giornalisti e dei loro direttori il presidente invita i media a non cedere «alla tentazione di voler spiegare in tempo reale gli avvenimenti, in luogo di narrarli» e – fatto salvo il dovere della cronaca – di «ricercare il punto di equilibrio per non offrire al lettore-navigatore «una platea sterminata ai predicatori di odio” . Qui dedica un passaggio commosso a Letizia Leviti, l’inviata di Sky Tg24 scomparsa da pochi giorni che nell’ultimo suo intenso saluto ’in onda’ ai colleghi aveva detto «Abbiamo un debito con i telespettatori: dobbiamo dirgli la verità». Un richiamo, per Mattarella, che «vale per tutti, a partire dalle donne e dagli uomini delle istituzioni».

Infine una nota sul ventaglio. Non è mai un oggetto qualsiasi quello che la stampa parlamentare regala, come da lunga tradizione, alle tre cariche dello stato prima della pausa estiva. Ma è veramente speciale quello che ieri ha ricevuto il capo dello stato dalle mani del presidente Sergio Amici: realizzato dal giovane Andrea Colella, che ha vinto un concorso con l’accademia di Belle Arti, con il «materiale riflettente» delle coperte termiche di emergenza con i quali vengono assistiti i migranti.