Chi ha provato a contarli è arrivato fino a cinquanta. Ma il calcolo non è semplice. Molti dei provvedimenti di legge previsti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, infatti, non sono ben definiti. Per esempio, sono previste misure di sostegno all’idrogeno – si vuole sperimentarlo persino nel trasporto ferroviario – ma non è ancora chiaro con quale norma di legge questo potrà essere fatto. Ognuno degli obiettivi presentati in Europa nel nostro Recovery plan richiede una legge, da scrivere e soprattutto da approvare, perché le intenzioni si avvicinino alla realtà. Altrimenti – il meccanismo è ormai noto – i fondi europei si interrompono. Tra i preoccupati dev’esserci evidentemente anche il presidente della Repubblica che ieri ha ricevuto al quirinale la presidente del senato e il presidente della camera. Al centro dell’incontro con Casellati e Fico, spiegano sul Colle, «l’esigenza di assicurare un percorso efficace e tempestivo di esame e approvazione dei numerosi provvedimenti normativi che attuano il piano presentato dall’Italia alla Commissione europea, necessari per ottenere il trasferimento delle previste risorse del programma Next Generation».

La situazione è quella plasticamente offerta dal senato ieri. È slittato l’approdo in aula del decreto 44 Covid-giustizia, un decreto la cui legge di conversione è in prima lettura e che scade a fine mese. Ancora una volta sarà il monocameralismo di fatto a consentire al parlamento di smaltire i provvedimenti legati all’emergenza Covid. Giusto ieri il Comitato per la legislazione della camera ha certificato nella sua relazione che durante l’emergenza nessun decreto legge è stato mai modificato, neanche in una virgola, dalla seconda camera che lo ha esaminato.

Ma i provvedimenti per la lotta al Covid 19, e quelli per i «sostegni» che sono ormai uno al mese, da questo maggio in avanti si sommeranno con l’enorme mole di provvedimenti necessari per l’attuazione del Pnrr. Decreti legge e leggi delega, che a loro volta comportano decreti delegati in capo al governo. Già entro questo mese di decreti legge ne sono previsti due (e non si sono ancora visti), quello per la semplificazione degli oneri burocratici e quello per sveltire i contratti pubblici: fanno parte di quella categoria di riforme indispensabili per far partire il piano. Solo la giustizia prevede quattro leggi delega – nuovi processi penale e civile, Csm e giustizia tributaria – poi ci sono le leggi delega con la riforma fiscale, il sostegno alla famiglia, la riforma dei contratti pubblici, il decreto per la rigenerazione urbana (anche quello previsto in questo mese), la legge quadro sulla disabilità, la riforma del sistema di reclutamento degli insegnanti, il trasporto pubblico locale, il dissesto idrogeologico…

Per tutto questo non basta che la maggioranza sia extralarge. Dovrà dimostrarsi coesa e bisognerà che finisca l’ostruzionismo dell’unica opposizione (Fratelli d’Italia lo lega alla soluzione della vicenda Copasir). E molo probabilmente le camere dovranno ridurre, tanto, le ferie.