I I «Non posso tacere la preoccupazione per l’aumento del ritmo del contagio della pandemia e il dolore per le vittime che ancora giorno per giorno dobbiamo registrare». Le parole del presidente Mattarella descrivono lo stato d’animo che si vive nel Paese. È già quasi qui, anche in Italia, la seconda ondata dell’epidemia da Sars-Cov-2. E forse fa più paura della prima, perché un nuovo lockdown su tutto il territorio nazionale, proprio mentre si vedono i primi segnali di ripartenza, sarebbe un disastro. «Non ce ne sarà bisogno», assicura il ministro degli Esteri Di Maio: «Tutto andrà bene se continueremo ad usare la mascherina e rispetteremo le regole anti Covid». Per esserne sicuri, comunque il Viminale ha indirizzato una circolare ai prefetti per invitarli ad adottare ogni possibile iniziativa al fine di limitare il contagio, mettendo a disposizione per i controlli forze di polizia nazionali, locali, e perfino l’esercito.

SCRIVE INFATTI, nella circolare, il capo di gabinetto del Viminale, Frattasi, che «le attività di controllo potranno essere modulate in relazione a specifici quadranti territoriali e a determinate fasce orarie, in cui risulti maggiore il rischio di assembramenti, con il consueto concorso di operatori delle polizie locali e con l’eventuale ausilio del personale militare appartenente al dispositivo “Strade Sicure”».

L’esercito, naturalmente, coadiuverà le operazioni di controllo soprattutto nelle grandi città, ma c’è anche chi, come il sindaco di Benevento, Clemente Mastella, ha chiesto «di poter utilizzare l’esercito nel fine settimana anche da noi», perché, spiega sui social, «mi segnalano che molti esercizi commerciali non rilevano la temperatura. Se così fosse, questi esercizi saranno chiusi».

NEL FRATTEMPO, dopo che due regioni – il Lazio e la Basilicata – hanno imposto l’obbligo di mascherine anche all’aperto, si discute se estendere il provvedimento in tutta Italia. Al momento, ha comunicato il premier Conte ieri, «il governo non ha deciso nulla a riguardo». E, rispondendo indirettamente alle destre che lo accusano di voler prorogare lo stato di emergenza (fino al 31 gennaio) per continuare ad usufruire di poteri “speciali”, aggiunge: «Ricordatevi sempre che quando ci sono da adottare nuove misure ci presentiamo preventivamente in Parlamento, ci confrontiamo, quindi informiamo preventivamente anche i cittadini attraverso i parlamentari».

IL CONFRONTO PERÒ è già serrato tra Regioni e governo nazionale che vorrebbe demandare ai governatori la responsabilità di decidere se e quando limitare la libertà di circolazione e porre dei limiti orari ai locali per evitare assembramenti, limitandosi invece a dettare le linee guida in un prossimo Dpcm. Oggi a Roma arriverà il presidente della Campania De Luca per incontrare la ministra Lamorgese e il capo della Polizia, Gabrielli, per chiedere più forze dell’ordine.

ANCHE LA COMUNITÀ in ogni caso dovrebbe fare la su parte, tanto più se, come ricorda Di Maio, l’Italia è diventata «uno dei modelli virtuosi dell’occidente». «In tutta Europa stanno salendo i contagi, l’Italia resta uno dei Paesi con il numero di contagi più bassi, non è in emergenza, questo vuol dire che gli italiani stanno rispettando le regole, il nostro sistema sta funzionando ma – è il monito del capo della Farnesina – non dobbiamo abbassare la guardia».

Soprattutto, «scaricare l’app Immuni può aiutare tutti noi a contrastare l’epidemia», ripete il ministro della Salute, Roberto Speranza, annunciando una campagna alla quale hanno aderito, fa sapere Conte, «tutte le testate giornalistiche». Compreso il manifesto. «Grazie a tutti i giornali, ai siti web, alle radio e alle tv che in questi giorni ci aiuteranno a diffondere questo messaggio», scrive Speranza su Fb. Lo spot recita: «Un piccolo gesto per un grande Paese», ma il gesto di rendere l’App compatibile anche con gli smartphone di penultima generazione, ancora non c’è stato.