Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella incontra al Quirinale i cronisti parlamentari per la tradizionale cerimonia del ventaglio e fissa alcuni paletti all’interno dei quali decifrare i prossimi passaggi politici, ragionando a tutto campo dentro lo scenario incerto e straordinario della pandemia. Definisce la libertà non come licenza individuale ma come responsabilità per la salute collettiva in nome di una «comune ricerca di prospettive», ricorda che il virus è ancora in mezzo a noi e che può tornare a colpire con la stessa violenza degli scorsi mesi.

Poi indica lo spiraglio che si è aperto nelle politiche dell’Unione europea in reazione alla crisi sanitaria ed economica, e auspica che l’Italia riesca a cogliere l’opportunità mettendo in campo progetti e proposte politiche.
Mattarella non ha raccolto l’allarme sulla necessità di coinvolgere maggiormente il parlamento da parte del governo, lanciato due giorni fa dalla presidente del senato Elisabetta Alberti Casellati, ma ha lanciato un messaggio all’esecutivo parlando della scuola, la cui riapertura, ha ricordata, deve essere considerata una priorità.

«TALVOLTA VIENE EVOCATO il tema della violazione delle regole di cautela sanitaria come espressione di libertà – afferma Mattarella – Non vi sono valori che si collochino al centro della democrazia come la libertà. Naturalmente occorre tener conto anche del dovere di equilibrio con il valore della vita, evitando di confondere la libertà con il diritto a far ammalare altri. Imparare a convivere con il virus finché non vi sarà un vaccino risolutivo non vuol dire comportarsi come se il virus fosse scomparso». Il virus, ha ricordato il presidente, rappresenta ancora un «pericolo attuale. Sovente, nel corso del tempo, affiora la tendenza a dimenticare, a rimuovere esperienze dolorose o anche soltanto sgradevoli. Era prevedibile che questo sarebbe potuto avvenire anche rispetto ai drammatici mesi trascorsi. Forse non era immaginabile che affiorasse così presto».

Mattarella elogia il ruolo della stampa durante le settimane dure del lockdown in antitesi alle «fake news». Sembra schernirsi quando dice: «Su alcuni punti non mi è consentito esprimermi per rispettare la doverosa imparzialità istituzionale e per non entrare nel dibattito politico, come è dovere di chi riveste ruoli di garanzia».

Ma poi proprio lui, che ha svolto un ruolo di tessitura nella difficile partita dell’ultimo Consiglio d’Europa, evidenzia la carica innovativa delle «politiche messe in campo dalle istituzioni comunitarie che hanno una portata straordinaria» e che «hanno aperto la possibilità di una strada nuova all’integrazione europea». Adesso, tuttavia, «è importante che l’Europa non si rinchiuda in una visione miope che consideri solo gli effetti più contingenti della crisi ma guardi al futuro». E che l’Italia vari un «programma tempestivo, concreto ed efficace di innovazione per recuperare le conseguenze negative della pandemia sul tessuto economico e sociale e avviare un consistente processo di crescita del nostro paese. In questo è in gioco il futuro».

DUNQUE, dopo aver stigmatizzato l’uso strumentale della libertà che in queste settimane è arrivato soprattutto da destra, Mattarella sbarra la strada a ogni tentazione sovranista quando afferma che «l’ambito europeo è la cornice entro cui collocare la sapiente difesa degli interessi dei nostri concittadini».

Quindi la scuola: «Il sistema Italia non può permettersi di dissipare altre energie, di rischiare di trascurare i talenti dei nostri ragazzi. La riapertura regolare delle scuole costituisce un obiettivo primario, da perseguire in un clima che auspico di collaborazione e di condivisione», scandisce il presidente.