«Giovanni, non vado dal barbiere neanche io, quindi…». Il presidente si passa la mano tra i capelli. Il ciuffo bianco sembra perfetto come al solito, forse un po’ più lungo. Ma Sergio Mattarella condivide qualche problema con gli italiani, come appare nella versione non montata del suo messaggio, inviata ieri per errore dal Quirinale. Un errore che non è un infortunio, perché oltre a trasmettere un lato umanissimo del capo dello stato, rafforza il senso del suo intervento.
Il presidente ha parlato all’Europa, certo, ma ha parlato soprattutto al paese che sta affrontando «una pagina triste della nostra storia», costellata di «immagini che sarà impossibile dimenticare». Mattarella è preoccupato per il peso e la durata dei sacrifici che il contenimento dell’epidemia impone. Sente il dovere di sorreggere lo sforzo degli italiani, qualche segnale di cedimento già si coglie. Le difficoltà economiche crescono ogni giorno e anche per questo la richiesta di misure straordinarie all’Europa si fa più forte. «Vorrei ringraziare tutti voi – dice il capo dello stato – i sacrifici di comportamento che le misure indicate dal governo richiedono sono accettati con grande senso civico, dimostrato in amplissima misura dalla cittadinanza». Il presidente è consapevole che non è con le multe, per quanto necessarie, che si possono tenere in piedi a lungo le misure di contenimento: «Il senso di responsabilità dei cittadini è la risorsa più importante su cui può contare uno stato democratico. La risposta collettiva che il popolo italiano sta dando all’emergenza è oggetto di ammirazione anche all’estero».
C’è un’altra preoccupazione, quella che i primi segnali di rallentamento dei contagi inducano a una sorta di liberi tutti. Non è così, «le misure di comportamento adottate stanno producendo effetti positivi» e, quindi, si «rafforza la necessità di continuare a osservarle scrupolosamente finché sarà necessario».
Nel suo messaggio il presidente ci tiene a evidenziare come le misure che sono state adottate hanno o avranno l’appoggio del parlamento. Dei rappresentanti del popolo. Non è un dettaglio nella visione del presidente, che infatti ha voluto che la sequenza di atti senza controllo del presidente del Consiglio, la decina di Dpcm, fosse ricondotta sotto l’ombrello di un atto di legge, il nuovo decreto che ha aggiornato quello del 23 febbraio. «Le misure rigorose – ha detto infatti – sono state prese con norme di legge, sia all’inizio che dopo la fase di necessario continuo aggiornamento. Norme, quindi, sottoposte all’approvazione del parlamento». Il rispetto della Costituzione, specie quando si tratta di limitare le libertà, è fondamentale, lascia intendere il presidente. Mentre si preoccupa che il suo consigliere per la comunicazione Giovanni Grasso non lo distragga mentre registra il messaggio. «Giovanni per piacere scegli una posizione, se ti muovi ti seguo e mi distraggo».