«Ribadire la sollecitazione a sviluppare ogni impegno per la verità con ogni elemento che possa contribuire a raggiungerla pienamente». Al di là del linguaggio ufficiale, sono fin troppo chiare le parole che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella sceglie di pronunciare alla vigilia del quarantesimo anniversario della strage della Stazione di Bologna. L’invito è prima di tutto perché non ci fermi nella ricerca dei mandanti.

È A BOLOGNA, all’interno della sala d’aspetto dove esplose la bomba che uccise 85 persone e ne ferì altre 200, rendendo omaggio alla lapide in memoria dei caduti che Mattarella – dopo Pertini, il primo capo dello Stato presente alle commemorazioni – sceglie di tornare sulla necessità della memoria e della vigilanza. «La mia presenza qui ha questo significato – spiega il Capo dello Stato – Il dovere della memoria perché non si smarrisca mai la consapevolezza di quanto avvenuto e che va impedito per il futuro». Ricordando «le vittime della barbarie degli stragisti – conclude Mattarella – vi sono poche parole da poter pronunciare. Dolore, ricordo, verità».

Dopo aver preso parte alla messa celebrata in suffragio delle vittime dal cardinale di Bologna Matteo Zuppi e aver incontrato i familiari delle vittime della strage, il presidente ha visitato anche il Museo per la Memoria di Ustica, nel quartiere della Bolognina, dove sono custoditi i resti del Dc9 abbattuto nei cieli della Sicilia il 27 giugno del 1980, tragedia che fece 81 vittime.

DI RICERCA DELLA «VERITÀ» ha parlato anche il cardinale Zuppi che ha lanciato un appello ai responsabili dell’attentato alla stazione come a chi è al corrente di informazioni fin qui non rivelate. «Chiediamo ancora che chi sa qualcosa trovi i modi per comunicare tutto ciò che può aiutare la verità», ha ammonito il cardinale aggiungendo come «la memoria ci fa provare, anche, l’acuta e insopportabile ingiustizia della mancanza di verità, amara, perché memoria anche di delusioni, di ritardi, di opacità spesso senza volto e senza nome, di promesse non mantenute, di mandanti, che ci sono, protetti dall’ombra di quelle che sono vere e proprie complicità».

GLI INTERVENTI di Mattarella e di Zuppi arrivano alla vigilia di un anniversario che ha assunto un significato particolare dopo che dalle indagini della Procura di Bologna è emerso come Licio Gelli in persona avrebbe consegnato ai Nar un milione di dollari in contanti come anticipo per l’esecuzione della strage – per cui sono già stati condannati Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini. Inoltre, per la prima volta, è annunciata per il 2 agosto a Bologna una manifestazione «revisionista» del comitato «L’ora della verità», sostenuto da Lega e Fratelli d’Italia oltreché dai gruppi neofascisti.