La decisione dell’Austria di costruire una barriera al confine del Brennero non piace a Sergio Mattarella che la ritiene l’ennesima «zavorra» che impedisce all’Europa di progredire. Di più: «Lasciare senza risposte le migliaia di donne e uomini che fuggono da guerre, violenze e devastazioni che oggi bussano alle parte dell’Europa, non è possibile», dice il capo dello Stato.
Prosegue l’offensiva italiana contro Vienna. Dopo la lettera di proteste al commissario Ue per l’Immigrazione Dimitri Avramopoulos con la quale i ministri Gentiloni e Alfano hanno contestato la decisione di Vienna di innalzare un muro anti-migranti al confine con l’Italia, ieri è stato il presidente della repubblica a prendere la parola per condannare il modo in cui l’Austria si sta muovendo senza tener conto delle regole europee. «Sono lieto che i rappresentante della Commissione Ue ieri (martedì, ndr) abbia pronunciato parole chiare su quanto sta avvenendo al Brennero», ha detto Mattarella riferendosi alle preoccupazioni espresse da Avramopoulos.
Ignorando le proteste provenienti dall’Europa, l’Austria prosegue come se niente fosse i lavori per l’innalzamento del muro di metallo al confine italo-austriaco. In un colloquio telefonico proprio con Avramopoulos il ministro degli Interni austriaco Johanna Mikl-Lewitner ha provato a smorzare le polemiche spiegando che lo scopo della barriera non sarebbe quello di fermare i migranti, bensì di incanalarli verso i luoghi dive verranno effettuati i controlli Spiegazioni accolte con scetticismo da Avramopoulos. Per il momento Bruxelles preferisce restare in attesa per vedere come evolverà la situazione, rimandando la decisione su eventuali provvedimenti da adottare. Ma è chiaro, fanno capire fonti della Commissione Ue, che se la barriera verrà davvero costruita allora verrà valutata secondo i criteri di proporzionalità e necessità alla ricerca di possibili violazioni del codice Schengen da parte di Vienna, Pronta a far scattare una procedura di infrazione nel caso i riscontri dovessero dare esito positivo.
Sull’entità dei possibili arrivi attesi per quest’anno in Italia le previsioni cambiano di giorno in giorno, Per il generale Paolo Serra, consigliere militare Onu per la Libia, ascoltato ieri dalla Commissione Eteri e Difesa di Camera e Senato, il 2016 potrebbe far segnare 250 mila arrivi contro i 154 mila dell’anno scorso. Tutti migranti economici rimasti intrappolati nel paese nordafricano con lo scoppio della guerra. Un equivoco si è creato quando il generale ha parlato di un milione di stranieri presenti in Libia, dichiarazione subito interpretato da qualcuno come annuncio di un’imminente invasione. E’ stato lo stesso Serra a chiarire in seguito i significato delle sue parole. «Il milione di persone era riferito ai lavoratori stranieri che la Libia non è più in grado di assorbire – ha detto – L’economia libica è infatti passata da 1,8 milioni di barili di petrolio al giorno agli attuali 300 mila. Non ho mai parlato di un milione di persone in partenza per l’Italia». Serra si è infine detto convinto che anche i 250mila arrivi potrebbero essere evitati se la comunità internazionale decidesse di fare qualcosa per risolvere la risi libica.
A Idomeni, intanto, ieri la polizia macedone ha caricato per la seconda volta in pochi giorni i migranti. Gas lacrimogeni sono stati lanciati dagli agenti quando un gruppo di rifugiati si è avvicinato alla recinzione che separa i sue stati, Per sicurezza è stata annullata la prevista visita al confine dei presidenti di Macedonia, Croazia e Slovenia.