“Non va mai dimenticato che la volontà di potenza può spingersi fino a produrre un’ideologia di annientamento di chi è diverso, estraneo, visto come potenzialmente nemico. Non va dimenticato che quanti sottovalutano la violenza, alla fine se ne rendono complici. Non vanno ignorati rigurgiti di intolleranza, di odio razziale, di fanatismo che pure si manifestano nelle nostre società e nel mondo, a volte attraverso strumenti moderni e modalità inedite”. Guarda anche al presente il messaggio di Sergio Mattarella nel 76esimo anniversario dell’eccidio di Sant’Anna di Stazzema, dove per rappresaglia i nazifascisti uccisero 560 civili, soprattutto donne, bambini, anziani e rifugiati.
Il Presidente della Repubblica è fra i primi a intervenire nell’anniversario della strage, in contemporanea con la manifestazione che si sta svolgendo nel piccolo comune dell’Alta Versilia, alla quale partecipa per il governo il ministro per gli affari europei, Vincenzo Amendola. “Fu una delle stragi più efferate compiute nel nostro Paese durante l’occupazione nazista – ricorda Mattarella – per i numeri spaventosi del massacro, per la crudeltà con cui gli uomini delle SS si accanirono sui corpi privi di vita, per lo scempio del rogo nella piazza di Sant’Anna. Oggi è giorno di raccoglimento e di memoria per la Repubblica”.
Il Capo dello Stato ha abbracciato idealmente l’intera Stazzema: “Un forte, indissolubile sentimento di solidarietà ci unisce ai sopravvissuti, ai familiari di chi è stato ucciso senza pietà, ai cittadini che hanno ricostruito la comunità, sopportando il dolore e conservando il ricordo”. Un paese, aggiunge Mattarella, simbolo dell’Italia repubblicana: “Sulla base di quei valori di umanità che i nazisti e i fascisti loro collaboratori volevano annientare è stata conquistata la Liberazione e costruita la democrazia. Per questo, Sant’Anna di Stazzema è divenuta al tempo stesso un sacrario e un simbolo della nostra vita civile, dei diritti inviolabili della persona, del senso di giustizia a cui nessuna società deve rinunciare, e che la Costituzione repubblicana ci indica come impegno collettivo costante”.
Infine il Presidente della Repubblica ha voluto ringraziare tutti coloro che, a partire dai pochissimi sopravvissuti, hanno permesso che si potesse ricordare quello che è stato: “La memoria degli eventi più tragici e dolorosi della nostra storia costituisce un richiamo incessante per le coscienze. Particolare gratitudine sentiamo verso coloro che, a Stazzema, hanno tratto dalle loro indicibili sofferenze la forza di testimoniare, di farsi portavoce di solidarietà, di libertà, di pace, di uguaglianza tra gli uomini. Grazie ai sopravvissuti e ai cittadini di Sant’Anna, quel luogo profanato dalla violenza più crudele è diventato una pietra angolare dell’Europa e dei suoi ideali di civiltà”. E le onorificenze recentemente conferite a Enrico Pieri e Enio Mancini da parte della Germania “sono un prezioso segno di speranza che rende più forti le comuni basi morali e culturali del nostro Continente”.
Fra i tanti messaggi inviati ci sono anche quelli della presidente del Senato, Elisabetta Casellati e di quello della Camera, Roberto Fico. Mentre il ministro Amendola, ricordando il messaggio di Mattarella, in piazza a Stazzema è stato netto: “Il passato non deve tornare, nemmeno in forme moderne”.