Immigrato indiano, unico lavoratore 24 ore su 24 del suo minimarket – costantemente svaligiato dal galeotto che entra e esce dalla prigione di Springfield – e devoto induista, Apu Nahasapeemapetilon – meglio noto come Apu – ha fatto la sua prima comparsa nella serie animata dei Simpsons nel 1990, durante l’ottavo episodio della prima stagione.

Apu fa quindi parte a pieno titolo della grande famiglia allargata dei Simpsons, ed è uno dei personaggi più ricorrenti dello show creato quasi trent’anni fa da Matt Groening. Recentemente però il proprietario del Kwik-E-Mart è stato al centro di un’accesa polemica, concentrata dal documentario dello stand-up comedian indianamerican Hari Kondabolu – The Problem with Apu, del 2017 – in cui si accusa il personaggio di essere un concentrato di stereotipi razziali sugli indiani, a partire dal suo accento creato dal doppiatore – bianco – Hank Azaria (che è anche la voce di molti altri personaggi dei Simpsons, dal commissario Winchester a Boe Szyslak).

«Il  film si interroga su come questa controversa caricatura è stata creata e si è fatta strada nei cuori e nelle menti degli americani e continua a esistere – immutata – 26 anni dopo», spiega Kondabolu – spalleggiato dallo stesso Azaria, che i si è detto pronto ad «abbandonare» Apu qualora fosse stato ritenuto offensivo. «Voglio bene ad Apu e mi spiacerebbe ’vederlo andar via’ – ha detto invece ieri al «New York Times» il creatore dello show Matt Groening – Mi addolora che I Simpsons vengano criticati per la presenza di un personaggio indiano – quali altri personaggi animati di origini indiane si sono visti negli ultimi trent’anni?».

Groening ha dunque difeso Apu, tornando sulla posizione che già aveva assunto attraverso una delle puntate più recenti del suo show, dove Lisa« guardando in macchina» dice: «Una cosa che è cominciata decine di anni fa ed è stata applaudita e ritenuta inoffensiva oggi è politicamente scorretta».
Nel corso dell’intervista, Groening ha anche sottolineato l’ispirazione antirazzista all’origine dei Simpsons – «il fatto che siano gialli e non ’rosa caucasico’ dei cartoni animati è intenzionale» – e come il personaggio di Apu sia nato come omaggio a uno dei suoi registi preferiti: Satyajit Ray e la sua Apu Trilogy. «Ho pensato che qualche nostro giovane spettatore, crescendo e scoprendo da dove viene il nome di Apu, avrebbe magari guardato quei film meravigliosi».