Mentre a Cannes La vie d’Adèle otteneva la Palma d’oro agli Invalides a Parigi alcuni violenti della fachosphère dell’estrema destra cominciavano gli scontri con la polizia, dopo la conclusione della terza grande manifestazione di quest’anno contro il matrimonio per tutti. Il bilancio è di 36 feriti, di cui 34 tra le forze dell’ordine e un fotografo dell’Afp massacrato di botte.

Lontanissimi da Cannes, a Parigi è tornata in primo piano la reazione che sogna un ’68 al contrario. Per Hollande e il governo socialista è una sfida, che non ha però impedito l’approvazione del matrimonio per tutti, che ormai è legge – il primo matrimonio si celebra domani, a Montpellier – ma che rischia di pesare nel prossimo futuro, rendendo più prudente qualsiasi decisione in campo etico e di società (eutanasia, procreazione medicalmente assistita, leggi bioetiche ecc.). Paradossalmente, il movimento reazionario che è sceso in piazza in questi mesi è destinato a rendere più difficile la vita a destra. Jean-François Copé, il contestato presidente dell’Ump, ha partecipato al corteo di domenica, mostrando di voler proseguire nella svolta a destra già avviata da Sarkozy (e che lo ha portato alla sconfitta nel 2012).

Ma una parte dell’Ump si dissocia: gli ex primi ministri Alain Juppé e François Fillon, la candidata a sindaco di Parigi Natalie Kosciusko-Morizet sono tra coloro che hanno preso le distanze dalla deriva della protesta e dall’appiattimento dell’Ump su posizione estremiste. Copé fa la scommessa che parte dei giovani che si sono svegliati alla politica con la protesta contro il matrimonio gay raggiungeranno l’Ump per rafforzarla in vista della prossima scadenza elettorale, le municipali del marzo 2014. Ma andare troppo a destra, apre uno spazio al centro e già l’Udi (centro-destra) è pronta ad inserirsi nel vuoto lasciato da un’Ump che deriva verso le posizioni del Fronte nazionale, che resta comune “l’originale” fu questo fronte. I reazionari che sono scesi in piazza in questi mesi hanno ridato visibilità a una parte della destra tradizionale francese, i legittimisti, gli anti-repubblicani che ancora non hanno digerito il 1789 e che hanno dato il peggio di sé con Vichy.

E’ contro questa corrente che dopo la guerra si è costruita la destra di governo di De Gaulle, una destra che lo storico René Rémond chiamava “bonapartista”, contrapposta a sua volta a quella “orléanista” (liberale). In una parte dell’Ump e del suo elettorato è palpabile il disagio causato dalla contestazione in piazza di una legge che è stata votata dal parlamento e promulgata dal presidente. Come difendere la legge e l’ordine quando se ne contestano le basi, per non parlare delle violenze di piazza?

La conciliazione delle varie anime della destra dentro l’Ump rischia di esplodere di fronte alle manifestazioni di forza dell’ala più reazionaria. Destra liberista, gollista, morale, della legge e ordine convivono sempre più allo stretto. La posizione dell’Ump è confusa, liberisti accanto ai nostalgici dello statalismo, i sovranisti con i pro-europei, la destra morale con i difensori dell’ordine stabilito. Elettoralmente, la destra della destra non ha mai trovato grande spazio (Philippe de Villier nel ’95 ottenne non più del 5%), perché l’estrema destra del Fronte nazionale attira queste frange. Copé non può neppure promettere che la legge sul matrimonio gay verrà abrogata, se l’Ump torna al potere. Il movimento della Manif per tutti si è già diviso su questo fronte, escludendo di fatto la sua prima portavoce, la bizzarra Frigide Barjot, che si è pronunciata a favore di un’unione civica per gli omosessuali.

Ormai, le portavoce della protesta sono Béatrice Bourges del Printemps français, una nebulosa estremista che il ministro degli interni sta addirittura pensando di mettere fuori legge e Ludovine de la Rochère, una fervente cattolica ex addetta stampa della Conferenza episcopale francese.