La Spagna si appresta alla celebrazione di un anniversario importante: i dieci anni dall’introduzione del matrimonio ugualitario. Il 3 luglio 2005 entrava in vigore la legge 13/2005 che, in maniera giuridicamente semplice ed elegante, trasformava il paese iberico nel terzo al mondo, dopo Olanda e Belgio, a estendere alle coppie dello stesso sesso l’istituto del matrimonio: la norma si limitava a modificare il codice civile, sostituendo le parole «marito» e «moglie» con «coniugi», e «padre» e «madre» con «progenitori». Ma la festa, quest’anno, sarà un po’ meno felice, perché sarà orfana del principale ispiratore della riforma che rese il governo di José Luis Zapatero famoso in tutto il mondo: Pedro Zerolo, morto a 54 anni proprio un paio di settimane prima di poter celebrare l’anniversario di quella che è stata la sua più grande vittoria politica.

Nato a Caracas e cresciuto alle Canarie, Zerolo era avvocato, attivista e politico socialista: una storia di lotte prima dentro le associazioni gay – dal 1998 al 2003 fu presidente della Federazione statale lesbiche, gay, transessuali e bisessuali – e poi, dal 2003, come consigliere comunale socialista a Madrid e membro della segreteria nazionale con il compito di curare il rapporto con i movimenti sociali. Alla fine del 2013 era stato colpito da cancro al pancreas – un tipo di cancro con una mortalità superiore al 95%. Nonostante questo, e il cambio di aspetto – aveva perso i suoi proverbiali ricci e molti chili – Zerolo aveva continuato a essere un protagonista della vita politica spagnola e a combattere fino alla fine con l’energia e il buon umore che lo caratterizzavano. Anzi, della vita alle prese con una malattia difficile aveva fatto un nuovo fronte di lotta, «il mio secondo coming out», diceva.

Numero tre della lista socialista della comunità di Madrid guidata dall’ex ministro Ángel Gabilondo in queste ultime elezioni regionali, è morto proprio due giorni prima di poter prendere possesso del suo seggio. Sul suo profilo twitter si definiva «attivista socialista, repubblicano, laico, femminista, ateo, migrante, federalista, lgtb, latino, avvocato». Il suo ultimo tweet è stato contro un caso di assassinio machista.

Certamente ha lasciato in eredità alla Spagna una legge che l’ha resa più giusta, trasformandola in un porto d’approdo accogliente per molte persone omosessuali perseguitate nel proprio paese d’origine. Ma lascia anche dell’altro. Come succede solo alle persone fuori dal comune, a Zerolo il tempo ha dato ragione, e dieci anni dopo persino i suoi più acerrimi nemici politici gli hanno reso omaggio: un riconoscimento postumo alla sua lotta. Popolarissimo anche fra chi non ha mai votato socialista, con la sua morte ha suscitato una forte emozione persino in molti esponenti politici del Partido popular (Pp). Il comune di Madrid (che il giorno del decesso era ancora in mano al Pp) ha messo subito a disposizione la migliore sala per la camera ardente, il Patio de Cristales de la Casa de la Villa, e persino i giornali più conservatori ne hanno tracciato un profilo rispettoso e quasi affettuoso.

Un sentimento molto diverso da quello che all’epoca aveva portato il Pp a cercare di fermare la legge in tutti i modi (anche nelle piazze), arrivando a impugnarla davanti alla Corte costituzionale: una spada di Damocle sul capo di molte persone sposatesi nel frattempo. Solo nel novembre del 2012 arrivò finalmente il sigillo di costituzionalità che diede piena certezza giuridica alle circa 30mila coppie omosessuali del Paese.

Addirittura l’arcivescovo di Madrid e vicepresidente della Conferenza episcopale spagnola ha portato le condoglianze al vedovo di Zerolo, e l’ha fatto sapere. Nel 2005 la chiesa mobilitò milioni di persone contro il governo Zapatero per questa legge. Ma c’è di più – e forse è questa la maniera migliore di celebrarlo. In un paese in cui fino a meno di 40 anni fa l’omosessualità era un reato gravissimo punito crudelmente, a dieci anni dall’entrata in vigore della legge sul matrimonio ugualitario, neanche sui media più reazionari c’è stato qualcuno che abbia avuto remore nell’usare la parola «marito» per il compagno di vita di Zerolo. Nella prima riunione utile del nuovo consiglio comunale, il Psoe porterà la proposta di intitolargli una piazza nel centro del popolare quartiere gay di Chueca a Madrid.