Come ad ogni primavera, il cielo sopra Matera si riempie di chiassose sagome che animano il vuoto della profonda gravina in cui si affaccia la città dei Sassi. Il grillaio, un falco di piccole dimensioni che trascorre l’inverno nell’Africa sub-sahariana, torna in Europa meridionale per nidificare in Grecia, Spagna e in Italia, in particolare nel capoluogo lucano e in altri paesi delle Murge.

IN CIRCA 15 MILA ARRIVANO IN MARZO nei centri storici di questo vasto altopiano e, per nulla intimoriti dalle normali attività umane, nidificano in sottotetti, cavità dei muri e vecchie soffitte I Sassi, meta turistica conosciuta in tutto il mondo, hanno un recente passato di completo abbandono da quando, nel 1952 con la legge speciale di risanamento, circa 17 mila residenti sono allontanati dalle antiche e insalubri case in tufo.

SVUOTATA DAGLI UMANI, UNA INTERA città diventa rifugio per molte specie selvatiche, in particolare per una numerosa popolazione di grillaio. Favorito dalla grande disponibilità di siti di deposizione e dall’ambiente naturale delle Murge in cui abbondano grilli, cavallette e lucertole di cui si nutre il rapace, Matera diventa in qualche decennio la capitale europea del falchetto. È anche il periodo in cui si torna a parlare del quartiere dei Sassi e del nuovo ruolo che dovrà avere nel futuro della città. Nel 1886, con la legge n.771, si consente a molti cittadini di rientrare nei vecchi rioni di tufo per ristrutturare i primi Sassi: e così la storica città da «vergogna nazionale» diventa un luogo di rinascita sociale e culturale.

NEL 1993 SONO ANCHE DICHIARATI patrimonio mondiale dell’umanità, per cui il graduale interesse di un nuovo turismo nazionale ed internazionale stimola il recupero di molte vecchie abitazioni che vengono trasformate in strutture ricettive. La ristrutturazione dello storico quartiere di tufo, sempre condotta con una attenta scelta dei materiali e dello stile, modifica però alcune caratteristiche esterne della struttura, in particolare sono rimosse piccole aperture sui muri e nei solai e vengono chiusi i naturali spazi tra le tegole. Per il grillaio si riduce la possibilità di nidificazione e molti nidi sono distrutti annualmente in fase di lavori edili.

CAPITALE DELLA CULTURA NEL 2019, Matera è stata al centro di un grande evento che ha decisamente aumentato la richiesta di ricettività turistica e il numero delle ristrutturazioni mirate alla realizzazione di piccoli hotel, affitta camere e b&b. Negli ultimi vent’anni l’incremento degli esercizi alberghieri della città è del 300%, e addirittura del 3400% per gli extra alberghieri, passando dai 25 posti del 1999 ai 4.495 del 2019 (Fonte Apt Basilicata).

STEFANIA PELLEGRINO E’ LA BIOLOGA della Lipu che studia da anni la dinamica della popolazione di questo rapace a Matera: «E’ ormai evidente che la colonia continentale di grillaio più numerosa all’interno di un centro storico in Europa si sta lentamente disperdendo a causa di ristrutturazioni che non rispettano le esigenze di questi rapaci. Siamo passati dagli oltre 2700 grillai del 2009 a poco più di 1600 nel 2018».

CAMMINANDO TRA I VICOLI E LE SCALINATE del Sasso Bareoso, sono davvero poche le strutture in tufo non ancora interessate da un intervento totale di recupero proprio dove è più facile osservare le coppie di grillaio che si apprestano alla deposizione delle uova. Con la ristrutturazione ogni casa dei Sassi è stata infatti «bonificata» dalle piccole fessure in cui il falchetto potrebbe nidificare, nonostante ci sia un regolamento regionale che invita i progettisti a rispettarle o eventualmente realizzare piccoli interventi per favorirne la nidificazione.

«LA COLONIA CERCA ADESSO NUOVI SITI di deposizione tra i moderni palazzi e le strade della città – fa notare Stefania Pellegrino – abbiamo trovato uova nelle fioriere, sui balconi, dentro un barbecue di un terrazzo e persino nei tombini al bordo dei marciapiedi. Il grillaio è certamente adattabile, ma in questo modo centinaia di nidiacei muoiono ogni anno in nidi non sicuri e troppo esposti». La biologa della Lipu spiega come lo stesso stia accadendo in altri centri storici vicini come quello di Gravina e Altamura, anche loro interessati da un importante recupero edilizio.

«LA RECENTE DISPONIBILITA’ DEI NUOVI bonus sull’edilizia sta portando ad un ulteriore incremento delle ristrutturazioni proprio durante il periodo di nidificazione, con la conseguente distruzione di interi siti di nidificazione», conclude preoccupata la ricercatrice.

PER FAVORIRE LA RIPRODUZIONE del grillaio i ricercatori sperimentano da alcuni anni delle piccole cassette da installare sul tetto delle abitazioni ristrutturate. Pino Giglio è l’ornitologo che ha brevettato un nido artificiale che ha ottenuto ottime percentuali di utilizzo e successo nella nidificazione. «A Matera, grazie a finanziamenti comunitari e ai progetti della Lipu, si sono installati oltre 500 nidi artificiali in miscela di cemento, che ben si mimetizzano tra le case e i palazzi ma che sono risultati troppo caldi per il nostro clima, in cui i nidiacei possono morire per l’eccessiva disidratazione dovuta alle temperature estive», spiega Giglio. «Il nuovo nido è adesso in legno e con fessure di aerazione che garantiscono il benessere della nidiata. Ma per quanti ne possiamo installare certamente un numero doppio di quelli naturali sono persi per sempre».

LASCIO STEFANIA PELLEGRINO e Pino Giglio mentre si muovono per un sopralluogo nella vicina Altamura presso Monastero del Soccorso, in cui sono previsti dei lavori di ristrutturazione. Qui c’è la colonia cittadina più grande della città, circa 50 coppie che tornano ogni primavera dall’Africa per nidificare tra le tegole dell’antico chiostro. E dove forse quest’anno non troveranno più la consueta ospitalità.