Il maltempo si è abbattuto sulla provincia di Matera nella notte tra lunedì e martedì, con piogge torrenziali e venti che hanno superato i 100km/h. Un episodio particolarmente violento che ha interessato la città dei Sassi e il suo litorale creando danni alle coltivazioni e alle attività turistiche. Fortunatamente, non si sono registrate vittime, grazie anche all’avviso diramato nei giorni precedenti dalla Protezione civile, che ha spinto non pochi sindaci della provincia, compreso quello del capoluogo, a chiudere le scuole di ogni ordine e grado nella giornata di martedì.

Più in generale, il largo anticipo con il quale l’evento eccezionale era stato annunciato ha portato la popolazione a limitare gli spostamenti, già naturalmente ridotti nelle ore notturne. Di certo, però, non sono mancati i disagi per gli abitanti di Matera, come testimoniano le immagini apocalittiche che circolano da martedì. Complice la particolare conformazione della città, costruita sulla parete di un profondo canyon, la gigantesca massa d’acqua piombata sulla città nelle prime ore del giorno, è confluita verso gli antichi rioni dei Sassi, facendo delle arterie principali dell’abitato dei torrenti in piena. La particolare intensità del fenomeno, concentrato in un paio di episodi ravvicinati, ha provocato danni ingenti alle attività commerciali e ad alcuni edifici pubblici, sino a provocare il parziale allagamento del pronto soccorso dell’ospedale cittadino. Nella giornata di ieri, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha telefonato al sindaco di Matera, De Ruggieri per essere aggiornato sulla situazione in città.

Ben più critica appare, invece, la situazione sulla fascia jonica, nella zona del metapontino, dove la pioggia abbondante e una serie di trombe d’aria hanno devastato i campi e le strutture che ospitano le coltivazioni d’eccellenza del territorio. Anche qui non si segnalano vittime, ma ci sono alcune decine di famiglie sfollate a Policoro, Scanzano e Metaponto, nelle zone immediatamente a ridosso della costa. È attualmente in corso la conta dei danni, probabilmente per milioni di euro, mentre si sta valutando la richiesta dello stato di calamità. Nulla a che vedere con le alluvioni devastanti del 2011 e del 2013, quando si registrarono alcuni morti, ma anche in questo caso sono state distrutte le serre di fragole e gli aranceti, vitali per l’economia della zona. Particolarmente drammatica la situazione del litorale dove, in alcuni tratti, la spiaggia è stata inghiottita dal mare. Davanti al susseguirsi di episodi di tale portata, appare evidente la necessità di mettere in sicurezza un territorio così esposto e ormai fragile come il metapontino.