«I responsabili ci sono, ma non verranno fuori se i partiti fanno gli schifiltosi, se li vogliono tenere nascosti come si fa con l’amante. Se qualcuno li vuole deve dirlo, dare loro un ruolo e una dignità…». Clemente Mastella, sindaco di Benevento, fu uno dei protagonisti insieme a Francesco Cossiga della pattuglia di responsabili in fuga dal centrodestra che nel 1998 sostenne il primo governo D’Alema, dopo che Bertinotti aveva fatto cadere Prodi.

Torniamo al film del 1998?
«Io spero di no, perché allora ci trattarono come gente da utilizzare e buttare via, di cui vergognarsi e questo non si deve ripetere».

Lei sta lavorando a una pattuglia di senatori per sostenere Conte?
«Sto lavorando a una formazione di centro, fatta da gente esperta, che capisce la politica, radicata sui territori. Se in Senato ci sono persone senza patria, che magari non vogliono tornare al voto, li accogliamo dentro un progetto politico».

Ma ci sono questi senatori?
«Una volta ho parlato di vietcong pronti a uscire allo scoperto. Ma non ad andare da soli allo sbaraglio, a farsi sparare addosso. Per uscire allo scoperto serve una casa politica e il rispetto da parte delle altre forze della coalizione».

Manca il rispetto?
«Si viene macchiati come traditori. Ma perché Renzi non è stato eletto col Pd e poi ha fatto un altro partito? Allora anche lui è un traditore».

Farà cadere Conte?
«In questa situazione di pandemia e crisi economica aprire una crisi è da irresponsabili. Matteo può fottere Conte, ma poi diventa ancora più piccolo di quello che è adesso».

Perchè?
«Se si fa un governo di larghe intese lui non conta più niente, il suo potere di coalizione si diluisce».

E dunque che farà il rottamatore?
«Se voleva un accordo trattava sul rimpasto. E non l’ha fatto. Senza l’intervento di Mattarella la crisi si sarebbe già aperta lo scorso fine settimana».

Si va al voto?
«No, perché il centrosinistra prenderebbe una batosta».

Che succede dunque?
«O ci sono i responsabili o si va a un governo di larghe intese che dura fino a dopo l’elezione del presidente della repubblica. Con Marta Cartabia, o Mario Draghi».

Ci crede all’ipotesi Draghi?
«Potrebbe fare come Ciampi, prima premier poi arrivare al Quirinale. Serve un governo che raffreddi gli slanci».

Renzi è il nuovo Mastella?
«Ma per carità, io sono democristiano, sono uno che tiene fede alla parola data, per me la politica ha sempre prevalso sull’interesse personale».

Anche Renzi viene dalla tradizione Dc.
«Macché, lui vuole fare l’americano, la prima repubblica era tutta un’altra cosa. L’unico di questi che la conosce e l’ha un po’ frequentata, grazie a Pippo Baudo, è Beppe Grillo. E infatti è quello che ci capisce di più…»