massimo colomban

Un geometra che cavalca il «miracolo Nord Est». Massimo Colomban, classe 1949 di Santa Lucia di Piave (Treviso), incarna il profilo perfetto dell’imprenditore fai-da-te che da un angolo di Marca conquista il mondo. Dai serramenti in alluminio con la tuta a Permasteelisa (involucri di architetture monumentali) con gli australiani. Così anche senza laurea in architettura è il solo italiano che può vantare sei anni nel board di Harvard University negli Usa.

Anche in politica è lo stereotipo veneto: cattolico (compra dai salesiani Castelbrando e lo trasforma in centro congressi), simpatizza per la destra di An in alternativa ai «galaniani» e nel 2010 si candida con l’Alleanza di centro a sostegno del leghista Luca Zaia, ma tre anni dopo si è già accomodato nel giro di Casaleggio.

Ha il piglio reganiano, la vocazione a moltiplicare profitti e il vanto di non aver mai licenziato (o incassato uno sciopero). Console dell’Australia in Veneto, comandante onorario della base Usaf di Aviano, professore al Politecnico di Milano, azionista e amministratore di start up. A Roma, da assessore, si presenta con il biglietto da visita del Parco Vega di Marghera: era in rosso di 21 milioni, con lui ha chiuso il bilancio in attivo di 5 dopo tre anni.