Parlare di Mark Knopfler è come parlare di un gigante. Non è detto però che con gli anni un gigante possa mantenere l’andatura, in questo caso non è così. Il tempo non scalfisce la classe, non l’assoluta perfezione di Mark Knopfler, sia nei testi che nella composizione della musica. In Down the road Wherever c’è sempre lo stile e il rispetto che mostra nei confronti della propria musica e del proprio pubblico. Sedici brani, di cui un paio straordinari: basta ascoltare Just a boy away from home per riprendersi il blues, il country, quel suono americano che Knopfler solo riesce a non sporcare o When you leave, splendido jazzato con la chitarra classica a farne da padrona. Se in un album c’è tutto quello che la musica può dare, beh, non può definirsi (come letto in giro) noioso. In realtà non siamo più abituati ai giganti. E poi come diceva Emil Cioran – «c’è solo una cosa peggiore della noia: la paura della noia».