Mario Marenco – che si è spento domenica a 85 anni all’Ospedale Gemelli di Roma  – era architetto (la sua professione, seria…),  intellettuale finissimo e poeta – come ricorda Renzo Arbore: «Dotato di un umorismo e di un sarcasmo e di un istinto  geniale». Trattava tutto con incredibile leggerezza: sia che interpretasse lo strampalato Carmine, l’indomito professor Aristogitone sulle frequenza di Radio Rai ad Alto Gradimento, o indossasse muliebri panni nelle vesti della casalinga inquieta e sempre incinta Emma Coriandoli a l’Altra domenica. Era nato a Foggia il 9 settembre del 1933 e a Napoli aveva studiato laureandosi in architettura. Nel 1960 aveva aperto un atelier molto noto di architettura e design a Roma, ma l’incontro della vita è in Svezia – qui aveva sostenuto una borsa di ricerca – dove incrocia Gianni Boncompagni e al suo ritorno a Roma, incontra Arbore che lo frequentò nell’anno in cui Mario: «Viveva in un palazzo dove nel sottoscala c’era Mal dei Primitives, al secondo piano Edwige Fenech e sullo stesso pianerottolo Laura Anonelli, fidanzata con Marenco».

QUANDO nel 1970 Alto gradimento debutta sulle frequenze di Radio rai, di quell’irresistibile team Marenco è protagonista – insieme a Bracardi – di una serie di personaggi che rappresentavano il lato illogico del programma. Si legavano al contemporaneo ma allo stesso tempo vivevano di luce propria, grazie al talento naturale di Marenco nel rendere irresistibili caratteri e inflessioni dialettali. Molti di quelle maschere le utilizza nel trasloco sul piccolo schermo, nel gruppo storico de l’Altra domenica dove diventa Mister Ramengo, uno strampalato inviato che dopo ogni servizio urla ‘Carmine’. Negli ottanta è ancora protagonista in diverse trasmissioni televisive: da Sotto lo stelle a Indietro tutta – ancora con Arbore nel 1985 – dove inventa il personaggio di Riccardino, fanciullo con grembiule, mollettina tra i capelli che subito diventa uno dei preferiti del pubblico. In radio ancora nel 2015 insieme a Nino Frassica nel Programmone.

ALCUNE delle macchiette di Marenco finiscono anche su grande schermo, con qualche piccolo ruolo fra gli altri in Il colonnello Buttiglione diventa generale (1974), Il Pap’occhio (1980) I Carabbinieri  (1981). Lo chiamò anche Fellini, a lui aveva pensato prima di affidare il ruolo a Mastroianni in La città delle donne. Gli fece un provino ma il Maestro si arrese quando, alla richiesta di ripetere una battuta, Marenco gli risposte «Devo fare il pappagallo? ». Marenco, chiosa Arbore: «Era un irregolare che non aveva ambizioni di successo, eppure il successo gli arrideva perché trasudava intelligenza: ecco – sottolinea Arbore – questa definizione gli sarebbe piaciuta, perché si vedeva che dietro il sorriso c’era sempre un dispetto che faceva a se stesso come persona seria e alle istituzioni che lo registravano. Se gli chiedevo ‘Mario, perché lavori?’, rispondeva ‘Per sfregio. E l’ultima volta che, in ospedale, gli ho chiesto ‘Come stai, mi ha risposto: ‘Una catastrofe». Una puntata speciale di Stracult Live Show dedicata a Mario Marenco andrà in onda martedì 19 marzo alle 23.20 su Rai2. «Un doveroso omaggio – si legge nel comunicato stampa – al genio comico di un intellettuale irregolare e curioso come Marenco, da parte del programma e di Rai2, rete dove Marenco ha lavorato di più. Un non attore, un non comico, che vedeva i suoi monologhi e le sue poesie come bizzarrie sul mondo vissuto un po’ a tutti negli anni ’70 e ’80. L’omaggio di Stracult prevede quello che a tutti piacerebbe ricordare davvero di lui: i personaggi radiofonici di Alto Gradimento, il bambino Riccardino di Indietro tutta, il Mister Ramengo dell’Altra Domenica, e tanto altro».