Dopo l’asimoviano viaggio allucinante del 2009 dentro il corpo dell’arcinemico Bowser torna la rosso-verde coppia di idraulici nel quarto episodio della serie di giochi di ruolo per console portatile iniziata nel 2003 con Mario & Luigi Superstar Saga. Quattro episodi che sono piccole, grandi meraviglie ludiche contenenti così tante idee e trovate che potrebbero riempire il corpo vuoto di decine di videogiochi in un mercato ossessionato dallo sparatutto e dallo sport.
Sviluppato per Nintendo 3DS, ancora una volta da Alphadream, e musicato con la solita grazia e ironia dalla compositrice Yoko Shimomura, Mario & Luigi Dream Team ci trasporta nell’isola di Guanciale, inteso come «cuscino» e non come ingrediente culinario, per farci vivere la più sperimentale delle già estreme avventure di questa saga.
Questa volta viaggiamo nella psiche sopita di Luigi perché penetriamo nei suoi sogni e scandagliamo il suo subconscio di eterno secondo all’ombra del più celebre fratello. Vi troviamo materia onirica per una comica e profonda psicanalisi che espone le ragioni delle sue paure, i motivi del suo timido ma innegabile eroismo, la devozione affettuosa per Mario e la ricchezza fantasmagorica della sua fantasia. Giocare con Luigi non sarà più la stessa cosa dopo questo videogame e sarà difficile tornare a vederlo solo come una copia più alta e smilza del fratello. Già consacrato come icona nei due Luigi’s Mansion, in Dream Team Luigi entra nell’olimpo dei più grandi personaggi di Nintendo insieme a Mario, Link e Samus Aran.
L’intreccio di Mario & Luigi Dram Team è composto da una trama che comincia leggera e minimale per poi diventare sempre più complessa e irresistibile, grazie ad una sceneggiatura che unisce epica e burletta ed è supportata da una pittura elettronica degli ambienti che trascorre da un esotismo naive alla psico-astrazione dei panorami del subconscio.
Arrivati sull’isola dopo un enigmatico invito, con tutta la banda di funghetti e la rosa Principessa Peach, destinata per l’ennesima volta a essere rapita, i due idraulici scoprono che sotto la superficie di quello che appare come un favoloso e luccicante paradiso turistico si cela il mistero di un’antica civiltà scomparsa, quella dei Guancialini. Dopo avere trovato una reliquia di pietra a forma di cuscino su cui solo Luigi è in grado di addormentarsi, Mario scopre di riuscire a penetrare i sogni del fratello assopito. Da questa sonnolenta dimensione egli sarà in grado di svelare il mistero dell’isola e di sventare la minaccia del terrificante Incubak, pipistrello demoniaco che si impadronisce della Pietra Onirica.
Durante il gioco muoviamo entrambi fratelli, ma nel mondo onirico, rappresentato in due dimensioni come in un platform a scorrimento, le cose cambiano ed è qui che Alphadream ha programmato le più affascinanti e sorprendenti invenzioni di gameplay: poiché Luigi sta dormendo non può seguire fisicamente il fratello ma può accompagnarlo nell’eterea forma di una sua proiezione del subconscio.
A seconda dei momenti Luigi si può dividere in decine di piccoli se stesso o trasformarsi in elementi dello scenario del sogno, affinché Mario possa interagirvi. Così dobbiamo agire sul touch-screen inferiore del 3DS, in cui è visualizzato il volto dormiente di Luigi, per stimolarlo a reagire nella «realtà». Se solletichiamo il naso a Luigi addormentato, la sua proiezione sullo schermo superiore starnutisce e sposterà delle parti dell’ambiente in modo che Mario li possa raggiungere o se gli tiriamo i baffi si creano funi elastiche a cui Mario può appendersi per essere scagliato verso zone irraggiungibili. Ci sono tanti e diversi modi per fare interagire Luigi assopito con la sua psiche sognante e possiedono la magia buffa e bonaria di un trucco elementare e sorprendente eseguito da mago bambino.
Le sezioni da sogno sono solo uno dei tanti luoghi che visitiamo in Dream Team, perché l’isola e vasta e richiede ore e ore di meticolosa esplorazione. Ci sono le vette nuvolose di Pigiamonte, i deserti arsi di Sonnosabbie, le spiagge tropicali di Dormiriva, le lussureggianti giungle caramellose di Sonnabosco. La profondità e il rilievo offerti dalla tridimensionalità stereoscopica del 3DS trasformano il surrealismo fiabesco di ogni panorama in qualcosa che possiede il verismo allucinato di un bellissimo miraggio.
Si combattono orde di nemici ma le battaglie, come da tradizione della serie, non sono mai statiche e ripetitive perché ci obbligano ad una prontezza di riflessi facendoci saltare, schivare e rotolare. Talvolta ci vuole un certo virtuosismo, soprattutto durante gli scontri con i boss.
Se avete cominciato l’estate con gli incubi post-atomici di Metro Last Light o con i sublimi e devastanti orrori di The Last of Us, giocare a Mario & Luigi Dream Team significa trascorrere dalla gravità nera, illuminante ma deprimente di un incubo alla lieve tenerezza di un dolce sogno in cui è ancora possibile sperare di salvare il mondo.
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Pubblicato 10 anni faEdizione del 3 agosto 2013
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