La nuova discarica di Falcognara, che dovrà sostituire quella satura di Malagrotta, si farà. Il sindaco di Roma Ignazio Marino, che ieri ha incontrato il ministro dell’Ambiente Orlando, ha detto sì. A individuare il sito è stato il supercommissario Goffredo Sottile, succeduto al prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro nel maggio del 2012. Falcognana, sulla via Ardeatina, è stata scelta dopo aver individuato e a turno scartato, tra polemiche e proteste, i siti di Corcolle, Riano e Quadro Alto, per problemi idrogeologici, e Monti dell’Ortaccio, troppo vicino al sito archeologico di Villa Adriana.
Anche il governatore della Regione Lazio Nicola Zingaretti ha dato il suo assenso alla discarica di Falcognana, ribadendo l’impegno ad avviare un tavolo interistituzionale permanente che faccia uscire Roma dalla logica dell’emergenza, aumentare la raccolta differenziata e concludere il ciclo dei rifiuti. A opporsi invece l’ex sindaco Gianni Alemanno e tutto il centrodestra, che è stato incapace però di risolvere la questione rifiuti quando governava la Regione e il Comune.
Per nulla convinti dalle rassicurazioni istituzionali, i presidenti dell’VIII e del IX municipio Andrea Catarci e Andrea Santoro annunciano battaglia per i prossimi giorni, e con loro i comitati di cittadini, che ieri hanno tenuto un’assemblea ieri nel centro di Roma. Per protesta il giovane consigliere municipale del Pd Alessandro Lepidini ha cominciato uno sciopero della fame davanti al ministero dell’Ambiente. «Nessuna sindrome di Nimby» dicono i cittadini, che sottolineano i rischi per le attività agricole intorno alla discarica, l’aumento del traffico e i rischi per la salute dei cittadini in un’area densamente popolata. Amedeo Ciaccheri, consigliere indipendente di Sel all’VIII municipio e in prima fila nella mobilitazione, sottolinea come «la capienza del sito di Falcognana al momento può bastare al massimo per un anno e mezzo. E poi cosa succederà? Il ciclo dei rifiuti sarà rivoluzionato, ma i tempi sono lunghi, bisognerà costruire addirittura gli impianti di trattamento. È paradossale che si punti così tanto sul parco archeologico dai Fori Imperiali fino all’Appia Antica e poi si metta la discarica in un’area proprio adiacente al futuro parco». Come se non bastasse, due anni fa un dossier della Provincia di Roma, guidata proprio da Nicola Zingaretti, assieme all’associazione Italia Nostra aveva inserito proprio l’area di Falcognana tra le tenute di pregio da preservare.
Sul piede di guerra anche il Santuario del Divino Amore e i fedeli, nonché l’azienda proprietaria dell’area, la Ecofer Ambiente srl, che nel sito smaltisce rifiuti definiti “fluff”, ovvero gli scarti ferrosi dello smaltimento delle macchine. La società ha denunciato come ancora nessuno abbia fatto una comunicazione ufficiale, ponendo l’accento sull’impossibilità di continuare la mission produttiva dell’azienda se si dovesse realizzare la discarica.
Ma gli interessi in ballo sono svariati, a cominciare da quelli di alcuni costruttori come Caltagirone e Santarelli, che dovrebbero costruire nei pressi della nuova discarica un intero nuovo quartiere per circa un milione e duecentomila metri cubi di cemento. Questo spiegherebbe anche perché alcuni politici stanno cavalcando la protesta. Comune e Regione chiedono ai cittadini un patto di fiducia e promettono che non ci saranno deroghe sul conferimento dei rifiuti nella discarica. Ma i comitati sono scettici: «Non esiste una pianificazione seria per il futuro, a cominciare dall’aumento della differenziata. La vicenda Malagrotta è esemplare, come possono chiederci di fidarci?»
Ancora non è chiaro, inoltre, quante tonnellate di rifiuti saranno conferite quotidianamente in discarica e quante saranno inviate invece in altre regioni. I «dettagli tecnici» dell’operazione saranno decisi in questi giorni proprio dal commissario Sottile.