Nasce tra le polemiche, la nuova giunta del Marino-bis che confida ancor meno sulla politica e molto invece su un magistrato per «fare pulizia in casa nostra ed essere d’esempio nel nostro Paese». Presentata proprio nel giorno in cui il presidente dell’Anticorruzione, Raffaele Cantone, avvia le prime richieste di commissariamento per due appalti affidati dall’Ama, la società in house di Roma per i rifiuti, al Consorzio nazionale servizi (Cns) e alla Cooperativa Edera, entrambe considerate dagli inquirenti vicine a Salvatore Buzzi, uno dei due ras del “Mondo di mezzo”. Mentre il Guardasigilli Andrea Orlando accoglie la richiesta della procura e dispone per l’altro ras, l’ex Nar Massimo Carminati, il regime di 41 bis, giudicato da molti – Radicali in testa – una tipologia di carcerazione ai limiti della vendetta dello Stato, in violazione ai diritti umani universali.

Polemiche soprattutto per due dei tre assessori “new entry”. Il primo è Alfonso Sabella, ex procuratore del pool antimafia di Palermo di Giancarlo Caselli, che avrà il compito di ridare credibilità alle istituzioni di Roma con la delega alla Legalità e alla Trasparenza, ma che fu l’unico magistrato indagato (e poi prosciolto) per i fatti di Bolzaneto durante il G8 di Genova. Sabella era infatti nel 2001 a capo del servizio ispettivo del Dap ma, come denunciato dall’associazione Giuristi democratici Roma, nell’ordinanza di archiviazione della sua posizione il Tribunale di Genova scrisse che, durante quella terribile notte di torture e violenze nel carcere genovese, «Alfonso Sabella non adempì con la dovuta scrupolosa diligenza al proprio dovere di controllo e che, pur trovandosi nella speciale posizione di “garante” (…), non impedì il verificarsi di eventi che sarebbe stato suo obbligo evitare».

Il magistrato però reagisce bene alle polemiche: «Il mio è un ruolo anomalo: formalmente ho un incarico politico, ma sostanzialmente sono in giunta da tecnico». E, da esperto di mafie, assicura: «Non credo che Roma sia una città marcia, ma sostanzialmente una città con un tessuto sano che si è scontrata con una realtà mafiosa “originale”. Le mafie – aggiunge – attecchiscono quando lo Stato è assente. Applichiamo questo stesso meccanismo alla Pubblica amministrazione: quando c’è il rispetto delle regole c’è poco spazio per la corruzione e il malaffare».

Molto discussa anche la nomina di Maurizio Pucci, dirigente Ama in aspettativa non retribuita, a cui andranno le deleghe ai Lavori pubblici, al Decoro e alla Protezione civile. Figura chiave di tanti «progetti speciali» del Campidoglio – ultimo, la pedonalizzazione dei Fori imperiali – e uomo forte del centrosinistra romano, Pucci è stato in bilico fino all’ultimo momento perché il suo nome compare nelle intercettazioni dell’inchiesta su “Mafia Capitale” ma solo perché Buzzi lo avrebbe definito «ladro», il che però depone semmai a suo favore. E Marino infatti lo difende a spada tratta: Pucci, dice, «è una persona che prende un incarico e non si ferma finché non lo porta a termine. Alle numerose critiche – aggiunge il sindaco – mi piacerebbe rispondere con le parole di Papa Francesco, “guardiamoci dal terrorismo delle chiacchiere”».

Piace invece al mondo dell’associazionismo, Francesca Danese, presidente del Centro di Servizio per il volontariato di Roma che andrà a sostituire Rita Cutini agli Affari sociali, e guiderà anche le politiche per il Welfare e la Casa (al posto di Daniele Ozzimo, ora inquisito). Per il resto, il rimpasto prevede un giro di deleghe che porta soprattutto la responsabilità delle Periferie – il nodo dal quale il Pd voleva ripartire – al vicesindaco Luigi Nieri, in quota Sel. Mentre Marino terrà per sé il «dossier Olimpiadi», delega che comunque «coinvolgerà tutti gli altri assessorati – ha precisato il sindaco – nessuno escluso».

Il Pd invece si mostra entusiasta della nuova squadra scelta «in piena autonomia» dall’ex “marziano”: «Si tratta di ottime scelte che aiutano a proseguire il lavoro di rilancio di questa città», afferma il commissario renziano Matteo Orfini che assicura «ai nuovi assessori il sostegno del Partito democratico».

Intanto, mentre Sabella è già entrato in azione con l’esame, come ha riferito Marino, di «tutte le nostre delibere», il commissario Anticorruzione Cantone ha notificato al Cns e alla Coop. Edera l’avvio dell’iter che potrebbe portare alla richiesta di commissariamento degli appalti ottenuti dall’Ama. La prima ordinanza di arresto di “Mafia Capitale” infatti parla dell’«aggiudicazione» di cinque lotti della raccolta differenziata di Roma, per un importo totale di circa 21,5 milioni, «preceduta da una fitta trama di incontri» e «annunciata da Buzzi 20 giorni prima». Ma la Coop. Edera smentisce di «far parte né di essere riferibile ad alcun titolo a una vera o presunta galassia di Buzzi». E annuncia che presto depositerà «le controdeduzioni per confermare la assoluta estraneità della cooperativa ai fatti contestati».