Sei anni intercorrono Per essere felici (Perenne/distribuzione Believe) da Pareidolia, il precedente album di inediti della cantante romana. Marina Rei torna con nuove canzoni dopo una lunga parentesi live condivisa con Paolo Benvegnù, a celebrare i 25 anni di carriera. Un lavoro difficile – più volte riscritto e ripensato – composto da otto canzoni, prodotto insieme a Matteo Scannicchio, mixato e masterizzato da Daniele Sinigallia. «Un disco – spiega – registrato quasi interamente a casa mia, con la volontà di non rincorrere alcun canone di bellezza o stereotipo sonoro». Che vuol dire, non inseguire le mode e le logiche che portano i pezzi in rotazione fm. Sin dalla copertina, bianca dove la sua immagine si staglia ma è come trasfigurata in un cupo e avvolgente grigio. Marina Rei è consapevole di uscire con un progetto poco ammiccante, dopo che la pandemia ha bloccato tutto e ridotto al minimo l’attività live: «Faccio scelte di autoproduzione proprio per rispondere solo a me stessa. Ma non è facile mettersi a nudo e dire le cose come stanno e senza girarci intorno, ma è così che questo disco è nato e ha preso questa strada. La scelta di arrangiamenti essenziali è dovuta al fatto che non mi interessava e non mi interessa perseguire un filone sonoro o di moda, diventerebbe anche abbastanza ridicolo alla mia età…».

I TRE MESI di lockdown hanno messo in discussione ogni certezza: «Sono passata dalla disperazione all’accettazione. Alla fine mi sono auto imposta di non avere un atteggiamento di lamentela, ma semplicemente accettare qualcosa che stava sconvolgendo tutte le esistenze». Una carriera più volte messa in discussione: dalle tentazioni soul passando per Sanremo fino alle consapevolezze odierne: «Il brano Per essere felici parla proprio di questo; delle difficoltà di aver fatto delle scelte e delle rinunce che sono arrivate di conseguenza. Lasciarsi tutto alle spalle non è stato semplice: io ho cominciato anche prima di fare i due dischi in inglese, facevo la vocalist e sperimentavo a teatro. Poi sono entrata a far parte della band Progetto tribale, molto alternativo: musica strumentale tra percussioni e ritmi house. Ho cominciato a diciannove anni, ed è chiaro che a quell’età sei pieno di sogni e voglia di fare, ti butti a capofitto e inevitabilmente commetti degli errori. Poi arrivata ai trent’anni cominci ad avere le idee un po’ più chiare su quello che vuoi essere e quello che vuoi scrivere. Senza alcun rimpianto, perché senza quelle esperienze probabilmente non avrei ben focalizzato il mio cammino».
Per essere felici verà presentato live il 1 agosto a Rosolina a Mare (Ro) nell’ambito della rassegna Voci per la libertà, e il 7 settembre a Roma alla Cavea dell’Auditorium, concerto unico con ospiti «speciali».