Sulla testata del letto Mariella aveva una grande fotografia. Rappresentava una piccola casa dell’India con una donna incinta e una levatrice che le dava aiuto.

Mariella era molto contenta di mostrarla a tutte le persone amiche. Non è difficile capire il perché: in quella splendida foto erano raccolte insieme l’esperienza e la cura delle donne, l’amicizia per l’autrice della foto, Laura Salvinelli, che con Mariella ha firmato il libro sull’India e appunto l’India, un penultimo impegno cui Mariella si è dedicata con tutte le forze, lasciando Roma, lavorando nel sindacato delle donne, appassionata e partecipe, capace di lottare e di sorridere.

Il racconto di quell’esperienza («Indiana») mostra tutta l’intelligenza e la discrezione di cui era capace. L’ultimo impegno è stato poi il libro scritto con Maddalena Vianello («Fra me e te») un dialogo tra due donne, madre e figlia, che si insegnano reciprocamente a vivere e a darsi aiuto.

Mariella era molto orgogliosa dei suoi figli. In Maddalena forse rivedeva se stessa da ragazza, quella che sapeva dire parole taglienti con la sua voce gentile, quella che sapeva ribellarsi all’ingiustizia, alla prepotenza e sapeva raccontare, in buon italiano, chi fosse il prepotente e perché, e come, e quando. E si commuoveva, Mariella, quando le si diceva che Michele, il suo ragazzo, sotto tutta quella barba, era identico al padre, al nostro Nando.

In questi lunghi mesi di malattia, chi è passato dalla casa di Mariella ha trovato anche uno straordinario gruppo di persone, uomini ma soprattutto donne, efficienti e professionali, che l’hanno aiutata con dedizione e affetto.

Mariella era molto riconoscente e loro di certo lo ricorderanno. Possiamo pensare che questi nuovi amici, queste nuove amiche di un periodo tanto misero, abbiano ricavato qualcosa di nuovo e di insperato nel curare la nostra Mariella e nell’accompagnarla negli ultimi passi.

Un gesto, una parola gentile, un fiore da non dimenticare.