Un libro imbrattato di insulti e di svastiche. Un libro dato alle fiamme e poi gettato dentro una finestra nel tentativo di intimidire chi lo ha scritto. Il libro in questione è “Cracking” (Mondadori) e il suo autore è Gianfranco Bettin. Il luogo è la sede della municipalità di Marghera, di cui lo scrittore è presidente. Il volume è stato gettato da ignoti proprio nel vano d’entrata delle scale che conducono all’ufficio di presidenza.

Non è ancora chiaro se lo scopo era quello di provocare danni o addirittura di appiccare il fuoco all’edificio, oppure se le fiamme altro non sono che una sorta di ulteriore affronto al libro che, ricordiamolo, racconta la storia romanzata di una protesta operaia sullo sfondo del petrolchimico veneziano, tra malavita organizzata, criminalità finanziaria e lotte per il lavoro e per l’ambiente.

A trovare il volume mezzo bruciato, martedì mattina, è stato il personale incaricato della pulizia che ha immediatamente informato il presidente della Municipalità e le forze dell’ordine che hanno avviato le rilevazioni e le indagini del caso. “Un gesto da non sottovalutare – ha dichiarato il prefetto di Venezia, Vittorio Zappalorto – nei confronti di uno studioso che che si è sempre battuto per difendere i cittadini e l’ambiente da ogni tipo di corruzione e di mafie”.

Un gesto vile che accumula nell’oltraggio Gianfranco Bettin all’intera comunità di Marghera. Le pagine risparmiate dalla fiamme, infatti, sono coperti di insulti non solo nei confronti dell’ambientalista, ma anche di tutta Marghera, descritta come luogo degradato e malavitoso, piena di drogati e assassini, oltre che fonte di inquinamento, invocando su tutta la zona il ripristino di “ordine e pulizia”.

Un programma politico, chiamiamolo così, piuttosto semplice ma che si sposa con le principali categorie di pensiero proprie dell’estrema destra. Quella delle “soluzioni finali”, per intendersi. Tra le pagine semi bruciate, infatti, campeggiano svastiche e altri simboli nazisti. Tutte le ipotesi sugli autori del gesto sono ancora aperte. Da quella fascista a quella di una semplice persona disturbata di mente, magari impaurita dal recente incendio alla 3V Sigma che ha sollevato sull’intera laguna una impressionante nube di fumo nero.

Senza dimenticare, come ha spiegato il prefetto, che tutto ciò potrebbe rivelarsi una vera e propria operazione di intimidazione, con tentativo di depistaggio verso una pista nera, da parte di quelle mafie ambientali che Gianfranco Bettin ha sempre coraggiosamente denunciato. Mafie che, proprio in questi tempi di fine lockdown,stanno cercando di cavalcare la crisi economica e la conseguente mancanza di liquidità di tante aziende per impossessarsi delle attività produttive venete.

“Non sappiamo ancora chi è stato – ha commentato lo scrittore -. Le indagini, come si dice, sono ancora in corso. Io stesso non so ancora bene come valutare questo gesto. Bruciare i libri è certamente un gesto nazista. Una azione violenta che accumula l’odio per me a quello per i libri ed a quello per l’intera comunità di Marghera, come fosse responsabile di una devastazione ambientale e, per certi versi anche sociale, che ha radici ben lontane da queste strade.

Tra tanti dubbi, una cosa solo resta sicura: ne io né la comunità di Marghera che in questi anni ha dimostrato in mille modi di saper reagire al crimine e al degrado, ci lasceremo intimidire”.