L’operazione Mare nostrum prosegue, anche se «non a tempo indeterminato», come ha spiegato il ministro degli Interni Alfano, ma da parte dell’Unione europea e delle Nazioni unite serve una maggiore collaborazione nell’accoglienza degli immigrati. Dopo le polemiche dei giorni scorsi, che hanno coinvolto anche il commissario europeo per gli Affari interni Cecilia Malmstrom, palazzo Chigi conferma la scelta di soccorrere i barconi carichi di disperati che attraversano il Mediterraneo. Una decisione presa in un vertice che si è tenuto ieri a palazzo Chigi e al quale, oltre al premier Matteo Renzi, hanno partecipato il ministro degli Interni Alfano, degli Esteri Mogherini, della Difesa Pinotti e il capo di Stato maggiore della Difesa ammiraglio Luigi Binelli Mantelli. E questo mentre Lega e Forza Italia tornano all’attacco, chiedendo ancora una volta di mettere fine alla missione che da ottobre a oggi ha permesso di salvare più di 22 mila immigrati e consentito l’arresto di 207 scafisti.
«Mare nostrum non si può interrompere, pena il ripetersi di tragedie come quella del 3 ottobre scorso a Lampedusa», ha spiegato il premier confermando l’impegno preso dal governo Letta a ottobre dopo la strage davanti l’isola siciliana. Il problema però non riguarda l’intervento in mare, ma come vengono trattati gli immigrati una volta sbarcati. Punto questo, per il quale l’Italia è tenuta sotto osservazione dall’Europa. Il 10 marzo scorso, infatti, proprio Cecilia Malmstrom ha avvertito palazzo Chigi di non considerare sufficiente il trattamento riservato ai migranti che arrivano sulle nostre coste tanto più che per la maggior parte si tratta di profughi in fuga da Paesi in guerra. Un richiamo che segue la procedura di infrazione aperta da Bruxelles dopo le immagini degli immigrati lavati con i tubi dell’acqua proprio nel centro di Lampedusa e alla quale di recente si è aggiunta la risposta polemica data ad Alfano che si lamentava per come i soldi necessari per soccorrere i migranti fossero finiti. Al ministro degli Interni Malmstrom ha ricordato che Bruxelles ha già stanziato per il periodo 2013-2020 più di 360 milioni di euro, 156 dei quali destinati al pattugliamento.
Cifre importanti, che però per Palazzo Chigi non bastano. Roma chiede infatti un maggior coordinamento non solo con l’Unione europea, ma anche con le Nazioni unite, magari attraverso accordi che consentano la presentazione delle domande di asilo prima della partenza per l’Europa. Cosa che potrebbe avvenire grazie all’apertura di uffici dell’Unhcr, l’alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati, nei paesi di origine e di transito dei migranti. «Noi siamo pronti e anzi da tempo indichiamo al governo questa possibilità come prioritaria», dice Carlotta Sami, portavoce dell’Unhcr Italia. L’organismo dell’Onu ha già propri uffici in Somalia, Etiopia, Kenia, Siria, Libano e Giordania, Paesi dove spesso le condizioni di vita per i migranti sono difficilissime.« A partire dalla Libia, che sta arrestando migliaia di profughi», prosegue Sami. Gli ultimi arresti di massa si sono avuti proprio ieri. «Le persone finiscono i centri e circuiti non legali,e dove subiscono violenze e richieste di denaro. «Il problema è che noi possiamo anche preselezionare le richieste di asilo, ma occorre che ci sia una maggiore assunzione di responsabilità da parte dell’Unione europea e dei suoi Stati membri». Soprattutto che ci siano accordi precisi su dove inviare i profughi un volta accettate le domande di asilo. Proprio per questo l’Italia chiede da tempo una revisione dell regolamento di Dublino che consenta di smistare i profughi tra i 28 a prescindere dal Paese in cui sbarcano. «Sappiamo che si tratta di diritto di asilo e rifugiati ma non possiamo scaricarli tutti sull’Italia», ha sottolineato ieri Alfano. Punti sui quali adesso il governo vuole spingere a partire già dal summit che a giugno l’Unione terrà proprio su tema dell’immigrazione, e poi contando su semestre di presidenza italiana che comincerà dal prossimo mese di luglio.
Intanto l’immigrazione continua a essere tema di campagna elettorale, con la Lega e Forza Italia che esasperano sempre più i toni. «Con l’abrogazione del reato di clandestinità è passato un messaggio devastante»,ha detto ieri il segretario del Carroccio Matteo Salvini, che agita anche lo spauracchio i impossibili rischi di epidemia: «Bisogna prestare attenzione – ha detto infatti – anche alla questione delle malattie che (gli immigrati, ndr) portano, in particolare alla diffusione dell’ebola».