Compagni, amici, Ateniesi!
(lo dico con emozione perché la parola stessa evoca l’origine della nostra democrazia)

È per me un piacere e un onore essere presente, qui, con voi, all’apertura di questa campagna elettorale così importante.
Importante per tanti motivi.

In primo luogo perché è indispensabile, tanto più in un momento difficile, drammatico, come questo, per una città come Atene, per un territorio come l’Attica, poter contare su amministratori onesti, competenti, e sensibili ai bisogni, alle sofferenze e alle domande del proprio popolo. Capaci di interpretarle e di battersi con tutta la forza che hanno, per imporre le soluzioni giuste.

In secondo luogo perché ai segnali politici che provengono dalla Grecia guardano in tanti, in Europa.
Perché qui stanno le radici della nostra civiltà, della civiltà Europea, del nome stesso di Europa (fatto che troppo spesso l’Europa delle Banche e dell’Austerità dimentica o tradisce).
E perché la Grecia oggi – con le sue sofferenze, con le ingiustizie devastanti, con lo stato di povertà di troppa parte della sua popolazione – è il simbolo vivente delle pessime politiche della cosiddetta Troika. Di quelle che sono considerate dai poteri che oggi guidano l’Europa medicine ma sono in realtà veleni mortali, che anziché risanare il corpo sociale ne determinano la morte.
Infine – ma cosa non meno importante – perché qui è nata una forza politica come Syriza, che con il suo leader Alexis Tsipras ha compiuto il miracolo di ridare voce, forza e orgoglio a una sinistra che sembrava scomparsa dalla scena politica, superando le troppe divisioni, i compromessi, le incertezze, e proponendosi come forza maggioritaria e di governo, capace di imporre una svolta a una situazione altrimenti disperata.

Anche per queste ragioni ho l’orgoglio e il piacere di comunicarvi che anche in Italia sta nascendo una lista per le elezioni Europee, che ha come obiettivo la candidatura di Alexis Tsipras alla guida della Commissione Europea.

Una lista di cittadinanza, aperta, costruita dal basso, con la partecipazione di tutti i movimenti, i partiti, i cittadini che vogliono imporre una svolta drastica nelle politiche europee, in nome della solidarietà, dell’eguaglianza, del rifiuto della logica dell’Austerità, per una politica partecipata contro il dominio della tecnocrazia, e basata sul Lavoro anziché sulla Finanza.
Una lista che sappia contrapporsi sia a chi, in nome di nuove forme di nazionalismo e di falso populismo, facendo leva sulla giusta rabbia dei popoli contro l’Europa attuale, predica il ritorno alle vecchie sovranità nazionali; sia a chi si accomoda soddisfatto nell’Europa così com’è, accettandone i diktat e le cattive medicine, proponendosi solo di strappare qualche briciola ai Paesi forti ma rispettandone la logica distruttiva.
Sappiamo che nessuno, in una crisi così devastante, si può salvare da solo. Nessun Paese. Nessun popolo. Da soli si possono chiedere solo elemosine. O si può fallire. E’ necessario che cresca e si affermi un fronte ampio di forze, che attraversi trasversalmente i Paesi mediterranei – dalla Grecia alla Spagna, passando per l’Italia – e sappia conquistare alleanze e unità di progetto anche nel centro e nel Nord, perché lo scontro sarà duro, difficile, e occorrerà molta forza e determinazione.

Nel Manifesto di Ventotene, elaborato nel 1943 da Altiero Spinelli e altri grandi italiani costretti con lui al confino dal fascismo – in quello che può essere considerato il primo fondamentale atto di nascita dell’idea di un’Europa unita – sta scritto, fra l’altro, che “la rivoluzione europea… dovrà essere socialista, cioè dovrà proporsi l’emancipazione delle classi lavoratrici e la creazione per esse di condizioni più umane di vita”. E ancora: “Il principio veramente fondamentale… è quello secondo il quale le forze economiche non debbono dominare gli uomini, ma – come avviene per le forze naturali – essere da loro sottomesse, guidate, controllate … affinché le grandi masse non ne siano vittime”. Ricordiamolo sempre. Ricordiamolo in particolare ora, quando le forze che dominano l’Europa mostrano di aver dimenticato quei valori, e di tradirli ogni giorno.

Costruiamo la forza per affermarli, quei valori e quei principii. Costruiamola a partire da qui, da ora. Un grande antifascista italiano, Carlo Rosselli, volontario nella Guerra di Spagna contro il franchismo, aveva scritto, allora, anticipando la Resistenza: “Oggi in Spagna, domani in Italia”. Con lo stesso spirito possiamo dire adesso: “Oggi in Grecia, domani in Italia”.
Dimostriamo che cambiare è possibile. Cambiamo la Grecia. Cambiamo l’Italia. Per cambiare l’Europa