Sergio Marchionne non ha proprio pace, e ieri è tornato a minacciare la possibilità che alcune produzioni Fiat vengano trasferite all’estero: questa volta è toccato all’Alfa. «Le condizioni industriali in Italia rimangono impossibili», ha detto l’ad Fiat durante la conferenza telefonica con gli analisti finanziari in cui spiegava i risultati dei primi sei mesi dell’anno.

E la conseguenza ventilata è una sola: Fiat potrebbe produrre i nuovi modelli Alfa Romeo all’estero. «Abbiamo le alternative necessarie per realizzare le Alfa ovunque nel mondo – ha affermato – Rimango open minded, non ho pregiudizi», ha aggiunto Marchionne, tornando ad auspicare che il governo italiano «introduca una legge» sulla rappresentanza per uscire da questo momento di incertezza. «Abbiamo chiesto con urgenza di varare delle misure che rimedino a questo vuoto ma per ora non vediamo niente», è stato il commento, rinnovato ieri, alle motivazioni della Corte costituzionale sulla sentenza Fiat-Fiom e sulla necessità di uno sforzo normativo che tolga ogni ombra di incertezza sulla rappresentanza.

«Stiamo ancora cercando di capire le implicazioni dell’ultima sentenza per le nostre attività in italia e stiamo organizzando un incontro con il sindacato che è al centro di questo contenzioso». L’ad della Fiat dovrebbe incontrare il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, il prossimo venerdì. Fiat «resta aperta a cercare soluzioni che possano garantire l’operatività delle attività in questione. Non abbiamo pregiudizi ma siamo fortemente determinati a trovare una soluzione duratura nel tempo».

Ieri la Commissione Lavoro della Camera ha aperto la discussione sulle proposte di legge sulla rappresentanza: sono quattro. Una a firma del presidente della Commissione, Cesare Damiano; un’altra di Giorgio Airaudo (Sel); una di Renata Polverini (Pdl) e un’altra di iniziativa popolare. Il sottosegretario al Lavoro, Carlo Dell’Aringa, ha spiegato che il governo per ora non è intenzionato a presentare un proprio disegno di legge, ma che potrebbe cambiare anche idea.

Tornando al Lingotto, ha dimezzato le perdite in Europa e l’Asia comincia a decollare, stabile il Sudamerica, il Nordamerica conferma il suo ruolo di traino. La semestrale Fiat vede i ricavi in crescita, oltre 42 miliardi. Il gruppo ha completato il secondo trimestre 2013 con 435 milioni di utile netto, sfiorando il raddoppio rispetto ai 239 milioni di euro del periodo aprile-giugno dello scorso anno. Sempre nel secondo trimestre, i ricavi sono cresciuti del 4% al 22,3 miliardi.