Li hanno visti sorvolare la città, veloci come schegge. Poi l’impatto, il boato, il fumo e le fiamme. A molti è sembrato un terremoto. Erano le 16,30 quando due aerei militari Tornado si sono schiantati tra Mozzano e Venarotta, a ovest di Ascoli Piceno, mentre svolgevano attività di addestramento volando a bassissima quota, a due passi dalle case. Quattro i dispersi, tra piloti e navigatori, ma l’Aeronautica Militare assicura che tutti sarebbero riusciti a paracadutarsi fuori, così gli uomini dei Vigili del fuoco e della Forestale, insieme a due caccia di ricognizione, hanno preso a cercarli tra gli ettari di campagna e colline che circondano la cittadina marchigiana.

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Ancora avvolta nell’incertezza la dinamica: alcuni testimoni riferiscono che un aereo sarebbe comparso sopra Ascoli, poi ne sarebbe arrivato un altro dalla direzione opposta, a questo punto le ali dei due mezzi si sarebbero toccate, provocando così l’incidente. Altre fonti invece dicono di aver visto prima prendere fuoco un caccia e poi un altro, senza però che tra i due ci sia stato contatto. L’aviazione ha inviato un team di esperti nel tentativo di ricostruire la dinamica. Su una cosa, però, tutti paiono essere d’accordo: i Tornado stavano volando a bassissima quota, e lo stavano facendo da tutto il giorno. Prima sulla costa, con migliaia di bagnanti sotto, poi verso le zone interne. Scene che si vedono spesso, da queste parti, e alle quali in pochi fanno caso, almeno finché non accade nulla.

Gli ascolani hanno visto scene di guerra in tempo di pace: il fumo ci ha messo pochi minuti ad arrivare in città e lo spavento è diventato in breve rabbia: «Poteva essere una strage», questa la frase che ricorre di bocca in bocca. È stata una questione di frazioni di secondo: se l’incidente fosse avvenuto un istante prima, lo schianto sarebbe avvenuto in pieno centro abitato, sopra la città forse: il quartiere di Porta Romana è davvero a un tiro di schioppo dal luogo dell’impatto. Particolari che però non sembrano colpire più di tanto i militari che continuano a ripetere che si trattava di «normali attività di addestramento» e che «l’area di Ascoli Piceno è una delle rotte per queste attività. Tutto è approvato in base alle regole del volo. Non abbiamo ricevuto alcun allarme, abbiamo scoperto dell’impatto a incidente avvenuto». Lo scontro sarebbe avvenuto a un altezza di 500 metri. I due caccia provenivano dal Sesto Stormo di Ghedi, in provincia di Brescia. Si tratta di modelli estremamente diffusi tra le forze militari italiane, in grado di volare a bassissima quota (si è visto) a velocità supersonica (Mach 1.2), e sono stati utilizzati in tutte le ultime missioni all’estero italiane: ex Yugoslavia, Libia, Iraq e Afghanistan.
Intanto, le fiamme hanno continuato ad avvolgere le colline fino a tarda sera, ma gli incendi hanno solo lambito le abitazioni.