Cambia la legge elettorale nelle Marche, ma la norma «ammazza terzi» entrerà in vigore soltanto dalle prossime elezioni, ovvero dal 2025, sempre che la prossima legislatura riesca ad arrivare fino in fondo. Bocciata dunque l’imboscata ordita da Sandro Bisonni (Verdi) che avrebbe voluto impedire ai candidati alla presidenza di mettersi anche in lista per il consiglio e far entrare nell’emiciclo anconetano soltanto i primi due arrivati. A salvare la situazione, le apparenze e la faccia del centrosinistra ci ha pensato Gianluca Busilacchi di Art. Uno con un provvidenziale emendamento che ha incontrato il voto favorevole del Pd, malgrado le perplessità degli altri alleati (Italia viva e civici), che parlano a tratti di «brutta giornata per le istituzioni regionali» e a tratti di «buffonata» tout court. Restano in piedi alcune modifiche tecniche sulla raccolta delle firme e poco altro, comunque niente di sostanziale.

IL SOSPIRO DI SOLLIEVO per l’affondamento della parte più contestata della legge elettorale è grande soprattutto per Gian Mario Mercorelli, aspirante governatore del M5S, che in mattinata aveva partecipato al presidio di protesta davanti alla Regione insieme ai militanti di Rifondazione comunista, Sinistra italiana e della nascente lista Dipende da noi del filosofo Roberto Mancini. I contrarissimi alla legge elettorale, però, adesso sembrano essere diventati un fronte politico vero ed è in piedi anche l’ipotesi di una clamorosa coalizione tra sinistra e parte dei pentastellati da presentare alle elezioni: fa fede l’appello lanciato da Massimo Rossi del Prc e sottoscritto da 40 nomi di peso della politica marchigiana, tra cui l’ex governatore Vito D’Ambrosio, Sauro Longhi (anima del movimento Marche ideali e a lungo corteggiato dal centrosinistra come ipotetico candidato) e molti altri.

IL PROBLEMA, VA DA SÉ, è che bisognerebbe agire con estrema fretta, dettaglio non da poco e già di per sé sufficiente a rendere il tutto un’ipotesi poco plausibile. Visto che però non ci saranno problemi di legge elettorale, l’improbabile intesa sembra destinata a restare una suggestione di mezza estate: ognuno andrà per gli affari suoi e casomai ogni discorso verrà ripreso dopo il voto.
Nel Pd alla fine ha prevalso la paura di cambiare le regole all’ultima curva, e all’interno del partito in effetti i contrari alla modifica delle legge elettorale non sono mai stati pochi, anzi. Il rischio che scoppiasse una battaglia interna in campagna elettorale era altissimo e il partito non avrebbe potuto assolutamente permetterselo, visti anche i sondaggi non proprio rosei. Adesso la vera sfida sarà riuscire a compattarsi in vista di una campagna elettorale che andrà condotta con il coltello tra i denti a caccia di voti sul territorio. Il candidato Maurizio Mangialardi, in questo senso, lancia segnali ai 5 Stelle invitandoli in maniera esplicita a unirsi nella lotta contro «la destra nostalgica» di Francesco Acquaroli (Fratelli d’Italia), nel tentativo di replicare da una parte l’alleanza di governo e dall’altra la levata di scudi contro i barbari sul modello di quanto fatto da Bonaccini in Emilia Romagna lo scorso gennaio.

I PENTASTELLATI sono in mezzo al guado: c’è chi vorrebbe unirsi al centrosinistra, chi si dichiara molto contrario all’ipotesi e chi invece flirta direttamente con la sinistra radicale, una situazione estrema e complicatissima da risolvere, visto che anche i vertici nazionali del Movimento non sembrano avere in mente una linea precisa da seguire. A destra si osserva la situazione nella speranza neanche troppo celata che finisca in malora, anche perché pure da queste parti non regna esattamente la concordia: l’investitura di Acquaroli da parte di Giorgia Meloni in persona ha scontentato sia l’altro big marchigiano di Fratelli d’Italia (l’ex sindaco di Ascoli Guido Castelli, che comunque correrà per un posto in consiglio) sia la Lega, che a malincuore ha dovuto rinunciare a presentare un proprio uomo per la presidenza. Per non dire di Forza Italia, i cui flirt con il Pd nelle Marche a tratti appaiono qualcosa di più che occasionali.