Di detective donna è ricca la serialità britannica, da Ellie Illmer di Broadchurch a Jackie Stevenson di River giusto per fare qualche nome. Marcella è un caso a se stante, personaggio nato dalla penna dello svedese Hans Rosenfeldt – il creatore del cupo The Bridge – sviluppa accanto alle storie proposte nelle due stagioni finora realizzate, il racconto di una personalità spiazzante che ha ben poco delle sicurezze classiche dei detective da romanzo o tv. Marcella dubita di se stessa, delle sue azioni e soffre di ripetuti blackout che gli determinano inquietanti perdite di memoria. E se nella prima stagione l’obiettivo era scoprire chi si nascondeva dietro un efferato serial killer che uccideva le malcapitate vittime con un sacchetto, qui ci troviamo di fronte a una serie di omicidi di bambini e ragazzini in odore di pubertà, che farà emergere piste pedofile e si risolverà con modalità spiazzanti così da lasciare i fan in attesa di una terza stagione. Ma il valore di questa serie – che mostra angoli inediti di Londra – è la protagonista, una straordinaria Anna Friel, capace di muovere lo sguardo da pietas e smarrimento a momenti di improvvisa tensione e violenza.