Nel cinque per cento delle cose da «migliorare» nella legge di bilancio ci sono la Plastic Tax e la Sugar Tax. La percentuale è stata fornita ieri dal ministro dell’economia Roberto Gualtieri, mentre il relatore di maggioranza sulla manovra Dario Stefàno (Pd) ha confermato che le misure più discusse di una manovra modesta, e obbligata, saranno modificate nel percorso parlamentare. «Credo che il governo dovrà accogliere questa indicazione che viene sia dai sindacati che dalle categorie, tutte» ha detto il vicepresidente del gruppo Pd al Senato. Tra i problemi che il governo dovrà affrontare c’è anche la sovrastima degli importi delle due tasse pari a 800 milioni di euro. Lo sostengono i tecnici del servizio bilancio del Senato secondo i quali va chiarito anche perché si considera «fisso» l’incasso visto che si dovrebbero ridurre gli imballaggi monouso. Lo stesso vale per la «Sugar tax». Dubbi anche sulle sigarette: «In via prudenziale sarebbe opportuno non ascrivere maggiori entrate» nel 2020. Le due misure mantengono una salda impopolarità presso le aziende e i sindacati. «La plastic tax serve solo a far cassa» e «non aiuta a riconvertire il settore verso produzioni riciclabili» hanno scritto ai parlamentari veneti i segretari generali di Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil del Veneto, Michele Corso, Stefano Zanon e Giannino Rizzo. «Danneggia un intero settore produttivo» e «determina un aumento medio pari al 10% del prezzo di prodotti di larghissimo consumo con una spesa delle famiglie stimabile in circa 109 euro annui» ha detto Marcella Pannucci di Confindustria.

DA GUALTIERI sono giunte ieri aperture anche sull’altro epico scontro nel governo: le tasse sulle auto aziendali inquinanti. «Lavoreremo per evitare che un obiettivo giusto si traduca in aumento della pressione fiscale – ha detto – C’è un tavolo tecnico che lavora per rinforzare il carattere di incentivo virtuoso senza determinare effetti negativi per imprese e cittadini». Per i tecnici del servizio bilancio resta di un «approfondimento che permetta di comprendere come si sia giunti ai valori di gettito indicati sulle auto aziendali». Si è parlato di 513 milioni di euro per 2 milioni di lavoratori dipendenti. «Siamo sulla strada giusta – ha aggiunto Gualtieri – Non dimentico quando ho giurato sapendo di dover trovare 23 miliardi in 23 giorni» per disinnescare l’aumento dell’Iva. «Superato lo scoglio della manovra potremo dispiegare un’azione di governo ambiziosa». Il ministro spera anche che questa sia «l’ultima delle vecchie finanziarie che si fanno con questo metodo».

DAI COMUNI e dai sindacati in audizione ieri sono emerse altre osservazioni critiche. Per il presidente dell’Anci Antonio De Caro, sindaco di Bari, la manovra rischia di provocare un «dissesto». Il problema è nato dall’aumento degli accantonamenti per i crediti di dubbia esigibilità, le sanzioni per i ritardi nei pagamenti, il mancato ripristino del taglio da 564 milioni, cui si aggiungono 480 milioni in 3 anni per il rinnovo dei contratti. L’Anci ha chiesto una serie di modifiche per garantire «la sopravvivenza per un gruppo di comuni».

LE RISORSE per il rinnovo dei contratti della pubblica amministrazione «non sono sufficienti» ha aggiunto Gianna Fracassi, vicesegretario generale della Cgil nel corso dell’audizione sulla manovra alle Commissioni bilancio di Camera e Senato. I sindacati hanno ribadito anche che si aspettavano «di più» sulla riduzione del cuneo fiscale che va destinato «esclusivamente ai lavoratori», guardando a una platea «che superi quella del bonus Renzi». Anche le risorse per gli ammortizzatori sociali sono insufficienti. «Occorre aprire una seria riflessione sul loro aumento, necessità resa evidente dalle 158 vertenze aperte al Mise, punta dell’iceberg di una crisi industriale più ampia» ha aggiunto Fracassi. Inoltre per i pensionati, «pur avendo riaperto la possibilità della rivalutazione bloccata nella precedente legge di bilancio, non ci sono misure significative che guardino alla loro condizione». Sabato 16 novembre al Circo Massimo a Roma Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp manifesteranno contro il governo.