Il governo concederà terreni gratis e in cambio chiederà di fare un terzo figlio. Nel tentativo di implementare la crescita demografica e il ripopolamento delle campagne nella bozza della «manovra del popolo» ieri è spuntata una norma che punta alla riscoperta della famiglia contadina e garantisce la concessione gratuita di terreni demaniali agricoli per almeno 20 anni. Previsto anche un mutuo ventennale a tasso zero fino a 200 mila euro per l’acquisto della prima casa a chi vorrà insediarsi per coltivare i terreni nelle vicinanze. Il bonus è riservato alle famiglie con due figli che puntano ad averne un terzo tra il 2019 e il 2021 o a società costituita da giovani imprenditori che riservano una quota societaria a queste famiglie. Il ministero delle politiche agricole ha stanziato 5 milioni di euro per il 2019 e 15 per il 2020. Ci si chiede cosa accadrà alle famiglie, solo quelle capaci di coltivare, che non riusciranno ad avere il terzo figlio nei tempi previsti dal governo. Perderanno il terreno perché non hanno rispettato il patto? E il mutuo, dovranno pagarlo a prezzo pieno? I venti milioni stanziati per questa operazione di biopolitica agricola fanno parte di un fondo di 100 milioni per le politiche della famiglia che non contengono misure per giovani coppie che vorrebbero una casa, un sostegno per avere il primo figlio, né un welfare universale. Da questa misura emerge l’impostazione culturale di un governo sospeso tra la riscoperta della terra da parte degli under 40, il tanto parlare delle aree interne e un ritorno alla memoria della battaglia del grano nel ventennio.

IL TESTO DELLA MANOVRA, 111 articoli, arriverà in parlamento domani ed è al vaglio della Ragioneria di Stato e del Ministero dell’Economia. Una delle misure più simboliche, dal punto di vista dei Cinque Stelle, è il taglio dei vitalizi del presidente e dei consiglieri regionali sulla falsariga di quanto già fatto dalla Camera entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge di bilancio. Altrimenti subiranno un taglio delle risorse in arrivo dallo Stato per il 2019 pari al 30%, a esclusione degli stanziamenti per la sanità, le politiche sociali e il trasporto pubblico locale. Dal 2020 i trasferimenti saranno tagliati in modo lineare per un importo pari alla metà delle somme destinate nel 2018 ai vitalizi.

LA LEGGE DI BILANCIO ha una certezza: il «reddito di sudditanza» e la «pensione quota 100» saranno oggetti di «provvedimenti normativi ad hoc» collegati alla finanziaria. Per il sussidio di povertà impropriamente definito «reddito di cittadinanza» è previsto un «fondo» di 9 miliardi all’anno. Previsto anche un fondo per le pensioni di 6,7 miliardi nel 2019 e di 7 miliardi dal 2020, oggetto di un provvedimento a parte. Confermato anche un miliardo all’anno, per il prossimo biennio, destinato per la riforma dei centri per l’impiego e 10 milioni di euro destinati all’agenzia per le politiche attive (Anpal).

SUL PUBBLICO IMPIEGO salgono a 4,3 miliardi di euro le risorse stanziate per il rinnovo del contratto 2019-2020. Rispetto alla precedente bozza, quella più aggiornata diffusa ieri prevede 1,1 miliardi (invece di 1,050) nel 2019, 1,425 (anziché 1,075) nel 2020 e 1,775 (invece di 1,125) nel 2021. «Una cifra ben lontana dai 2.850 milioni che erano serviti a riconoscere un aumento medio di 85 euro per l’anno 2018 – sostiene la Funzione Pubblica della Cgil – Per fare chiarezza serve un confronto immediato con il ministro Bongiorno». L’alternanza scuola lavoro è stata tagliata da 400 a 150 ore per i tecnici e 180 per i professionali; da 200 a 90 ore per i licei. Sospesa per un anno la validità ai fini dell’accesso alla maturità. L’obbligo per gli studenti resta.

PREVISTI maggiori finanziamenti del fondo sanitario rispetto al 2018 (fissato a 114,43 miliardi nel 2019, cui si aggiungono altri 2 miliardi nel 2020 e altri 1,5 nel 2021), mille assunzioni negli ispettorati del lavoro e un aumento di 100 euro delle sanzioni irrogate dagli ispettori. Sono stati stanziati 525 milioni all’anno per il prossimo triennio per i risparmiatori colpiti dai crack bancari. Confermati gli sgravi al 100% (8.060 euro) per chi assume under 35 a tempo indeterminato al Sud o disoccupati over 35 da almeno 6 mesi.

TRA LE SPIGOLATURE c’è il tentativo di fare emergere il mercato nero delle ripetizioni scolastiche, ad esempio. Il governo promette una «flat tax» al 15% ai docenti che sceglieranno di fare emergere i loro guadagni non dichiarati. L’esito sembra scontato, ma anche a questa esile speranza è legata l’esigenza dell’esecutivo di raccogliere qualche spicciolo. Condoni a parte contenuti nel Dl fiscale.