Mettiamocelo in testa: scegliere che cosa mangiare è un atto politico. Quando decidiamo come e cosa portare in tavola, decidiamo anche quale tipo di economia vogliamo sostenere, quali relazioni privilegiamo, se e in che modo vogliamo tutelare le risorse e l’ambiente, se e come intendiamo difendere o meno i diritti dei lavoratori. È una piccola rivoluzione che possiamo portare avanti senza nemmeno troppa fatica, basta chiederci da dove viene e come è stato fatto il cibo che mangiamo e possibilmente sceglierlo di conseguenza. I legumi sono i primi segni di questa rivoluzione. Snobbati e poi dimenticati perché simbolo di un passato da rimuovere, sono invece il cibo slow per eccellenza, una vera scelta di campo: non solo fanno parte della nostra identità culturale, ma sono forse i migliori rappresentati di quell’agricoltura ecologica che vorremmo fosse l’unica agricoltura possibile. Hanno bisogno di meno acqua ed energia rispetto ad altre coltivazioni, mentre aumentano la fertilità fissando l’azoto nel terreno, rendendo così meno dipendenti gli agricoltori dalla schiavitù dei fertilizzanti chimici, e nello stesso tempo migliorano lo stato generale di salute del suolo creando un ricco habitat per i suoi microrganismi. La loro straordinaria adattabilità li rende una risposta certa agli sconquassi dovuti al clima che cambia, offrendo agli agricoltori la possibilità di trovarne uno adatto a ogni ambiente. Non vi basta? I legumi sono un concentrato per la nostra di salute: pochi grassi, elevato contenuto di fibre, discrete quantità di fosforo, potassio, calcio, ferro, vitamine del gruppo B e proteine di qualità, in quantità molto vicina a quella dei prodotti di origine animale. E poi sono buonissimi. Tanto che, in seno a Slow Food, attorno ai legumi italiani è nato un bel movimento: Slow Beans Comunità Leguminosa è una fitta rete di produttori e buongustai (e convinti ambientalisti) che, con lo spirito goliardico che da sempre contraddistingue la nostra associazione, si sono messi in testa di riportare i legumi nelle cucine degli italiani. E ci stanno riuscendo anche e soprattutto al gioco: sono celeberrime ormai le Fagioliadi e le serate della Disfida della Zuppa. In un mondo in cui la produzione industriale di carne divora le foreste, svuota i bacini ed emette più gas serra dei trasporti, non solo i legumi sono la scelta sostenibile, ma sono l’alternativa di gusto e piacere.