L’aumento dei casi di Covid-19, in Usa sta contribuendo ad alimentare un’altra crisi, quella della fiducia nelle istituzioni e nelle strutture mediche. Mentre il centro per il controllo e la prevenzione delle malattie, (Cdc), ha avvertito gli che non si tratta di stabilire se, ma quando il virus arriverà un modo massiccio, Trump ha minimizzato e non ha offerto un piano chiaro per affrontare l’emergenza. Anzi, ha ipotizzato che potrebbe non esserci alcuna emergenza. Molti dipartimenti sanitari statali non condividono l’ottimismo del tycoon e sono già in trattativa con tecnici medici, paramedici, vigili del fuoco e altri primi soccorritori per pianificare come gestire i pazienti malati nel caso di diffusione del virus.

Secondo Nirav Shah, direttore del Maine Center for Disease Control and Prevention la risposta al coronavirus negli Stati Uniti varierà molto da città a città, a secondo delle strutture locali. Al momento la prima potenza mondiale non sembra dare sufficienti elementi di rassicurazione. Fino ad ora solo cinque stati americani avrebbero a disposizione tamponi per identificare il coronavirus, California, Illinois, Nebraska, Nevada e Tennessee. e sono effettuati solo 445 tamponi.

La ragione di questa scarsità di controlli è dovuta anche ad un problema del Ccd, che è anche la struttura incaricata di fornire i tamponi per i controlli. Il Cdc inizialmente ha distribuito tamponi difettati e quindi inutili; dopo aver ammesso l’errore, a metà febbraio ne ha fabbricati altri che devono però passare al vaglio della Food and Drugs Administration, con tempi burocratici e lunghi e mentre il virus avanza. Vista la situazione sono già diversi gli stati che hanno chiesto di potersi fabbricare autonomamente i tamponi. Inoltre, tra tutti i 50 stati della federazione ci sarebbero solo 12 laboratori in grado di esaminare i campioni da potenziali contagiati. La situazione è complicata dal fatto che Trump ha tagliato, non solo i budget, ma anche il numero di scienziati e responsabili incaricati di gestire il rischio di epidemie e pandemie. Un paese dove la sanità è privata e gestita dal sistema delle assicurazioni può essere in grado di affrontare un’epidemia?

Un cittadino di Miami senza assicurazione sanitaria, di ritorno da un viaggio in Cina, avendo i sintomi di una brutta influenza, invece che limitarsi a prendere un’aspirina è andato in ospedale per fare un controllo più approfondito.

Lo staff dell’ospedale gli ha detto che avrebbero avuto bisogno di una Tac ma il paziente ha chiesto prima un test per l’influenza, al quale è fortunatamente risultato positivo scongiurando il coronavirus. Visto il risultato del test, e visto che non era in pericolo di vita, il paziente si è visto consegnare un conto di 3.270 dollari da parte della sua assicurazione. Se avesse fatto la tac il conto sarebbe stato ben più alto.