Solo due settimane di tempo. Per ritrovare una madre difficile, che spesso si stordisce con l’alcool, che manca l’appuntamento con il lavoro perché non si riesce a svegliare, che ha tentato di uccidersi. E che adesso è letteralmente sparita. Ad affrontare la situazione infernale ci sono loro, due fratellastri, il quindicenne Laurence e Jay (sei anni e convinto di essere un cane dei cartoon di Scooby-Doo), che l’adolescente alto un metro e ottanta accudisce con amore, nonostante la sua riluttanza, combattendo per farsi ubbidire e per far finta che la vita domestica sia «normale». E se non è proprio normale, che almeno sia sopportabile, in grado di offrire una parvenza di infanzia spensierata a chi è ancora piccolo. Così Jay abbaia e Laurence gli parla come un padre, lo costringe a lavarsi i denti, lo mette a letto. Si dorme poco, però: il teenager spesso prende il posto della madre sprofondata nei fumi dell’ubriacatura per andare all’alba a pulire gli uffici. Lo fa per assicurare il pagamento dell’affitto, per «svoltare» pure quel giorno e tirare avanti.

Poi accade l’irreparabile: la mamma non è uscita per le sue solite bevute, non torna più e ha anche spazzolato i risparmi: quattrocento sterline. Bisogna agire in fretta e non farsi scoprire, altrimenti i servizi sociali interromperanno ogni abitudine, separeranno Laurence e Jay. Nella stanza della loro unica genitrice, c’è solo spazzatura, nessun indizio per avventurarsi in una coraggiosa prova da detective.

È Laurence, in prima persona, a raccontare la storia spinosa e rude della sua esistenza in Quindici giorni senza testa (edizioni San Paolo, pp. 327, euro 17,90) dell’autore inglese Dave Cousins, diviso tra musica e letteratura. Il romanzo ha vinto l’Andersen nella categoria «oltre i 15 anni».

Per ingannare i vicini ficcanaso (Nelly in primis), Laurence si traveste da «madre», con tanto di parrucca per andare in banca a riscuotere e ruba al supermercato per nutrire il fratellino. Il suo comportamento «adulto» viene interrotto da ondate di ricordi malinconici, la spiaggia con la nonna, i biscotti, le giostre. Il presente non consente vie di fuga. Ma c’è Mina. Lei appare ed è come una fata nel deserto. Appare finalmente anche la mamma (in una barca con il suo nuovo uomo), svampita e con lo sguardo perso. Ora bisogna solo riportarla a casa e insegnarle a rimanere sobria. Un giorno per volta.

[TONDO]Dave Cousins